Un esercito di bimbi mai registrati all’anagrafe (di fatto mai nati) sfruttati per lavori umili, in una fattoria completamente isolata benché a soli trenta chilometri dalla Capitale dello Zimbabwe, Harare. È l’incubo vissuto da 251 minori nelle mani di un sedicente profeta apostolico, Ishmael Chokurongerwa (56 anni) finito in manette assieme ad altri sette collaboratori della setta di cui era a capo
La realtà delle sette, in particolare quelle legate al vasto gruppo delle Chiese apostoliche locali conosciute con vari nomi (‘Vapostori’ o anche ‘Chiese dell’abito bianco’) è tristemente nota nel Paese africano dove, sin dagli anni ’80, le ‘confraternite’ sono state al centro di fatti tragici: matrimoni forzati, abusi su donne e minori, epidemie e inspiegabili decessi. Gli adepti, infatti, generalmente rifiutano la medicina moderna, promuovono riti e pratiche sociali contrarie alle normative e al buon senso, legittimano la poligamia e la subordinazione totale della donna, privata di qualsiasi diritto, nei confronti dell’uomo.
Nella proprietà di Chokurongerwa, immersa nel verde e abitata da oltre un migliaio di persone di cui si era persa traccia, la polizia si è trovata in un film dell’orrore: 251 bambini sfruttati dal ‘pastore’ come manodopera a basso costo, che non avevano mai frequentato alcuna scuola anche perché di questi circa 246 non avevano alcun certificato di nascita. Non lontano dalla loro baracca sono state trovate anche delle tombe, ugualmente non registrate, e dei locali adibiti alla cremazione.
La polizia ha rivelato di aver individuato le sepolture non dichiarate di 9 adulti e 7 bambini, presumibilmente neonati. Secondo una radio locale, che ha intervistato un ex membro della setta, Chokurongerwa teneva almeno 120 famiglie nella sua fattoria, isolata dal mondo esterno: il santuario si chiamava Canaan e i membri che vi vivevano credevano che il mondo stesse per finire.
Gli otto imputati sono stati accusati di violazione dei diritti dei bambini e di contravvenzione alle leggi sulla sepoltura e la cremazione. Sono stati immediatamente tratti in arresto, mercoledì scorso, e compariranno il 19 marzo difronte al giudice per l’udienza sulla cauzione.
Si ritiene anche che gli adulti sepolti illegalmente siano proprio le donne che avevano partorito i bambini, decedute per o a seguito del parto, visto che il gruppo rifiuta la medicina convenzionale e nega i ricoveri in strutture ospedaliere. Eppure il ‘pastore’, al momento dell’arresto, ha continuato a rivendicare la bontà della sua ‘opera’ di aiuto alle famiglie e ai bambini di cui – ha dichiarato – si stava prendendo cura.
La macabra vicenda ha calamitato l’attenzione delle tv locali che hanno mostrato il raid della polizia mentre in altre riprese video si vedono gruppi di donne vestite di bianco che si lamentano perché la polizia, in tenuta antisommossa, stava portando via i loro figli.
Secondo i media del posto, Chokurongerwa era stato incarcerato già nel 2015 per aver attaccato degli agenti di polizia e dei giornalisti (e aver anche indotto i suoi seguaci a farlo) perché avevano cercato di bloccare le attività della sua setta.
L’irruzione della polizia, con l’ennesimo scandalo legato alle attività criminali di sedicenti gruppi cristiani, arrivano – evidenziano i media del posto – mentre molte sette apostoliche del Paese dell’Africa meridionale sono nel mirino delle autorità per i matrimoni di bambini e per altre pratiche illegali che privano i minori dei loro diritti costituzionali.
Tutti gli accusati sono stati messi in custodia cautelare in attesa di processo.
Redazione AGI
di Susanna Bonini