Comincia la stagione di Formula 1 più lunga di sempre

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Il pilota della Ferrari Carlos Sainz e quello della Mercedes Lewis Hamilton (Clive Rose/Getty Images)

Durerà 24 gare, due in più dell’anno scorso, e diversi piloti se ne sono lamentati: ma non è l’unico aspetto che suscita curiosità e interesse

Il campionato di Formula 1 del 2024, che comincerà sabato 2 marzo in Bahrein e finirà domenica 8 dicembre ad Abu Dhabi, sarà il più lungo di sempre. Durerà 24 gare: una in più rispetto a quelle in programma nel 2023 (una fu annullata, a Imola), due in più rispetto al 2022 e tre in più rispetto al 2019. La tendenza ad aumentare il numero di corse stagionali è considerata dagli organizzatori una prova della popolarità crescente della Formula 1 nel mondo e, di conseguenza, degli interessi commerciali che genera. Ma diversi piloti hanno criticato il programma giudicandolo troppo impegnativo per loro e per le squadre, sia sul piano fisico che mentale.

Tra gli appassionati di Formula 1 il campionato del 2024 suscita curiosità e interesse anche per altre ragioni. La principale è che il trentanovenne inglese Lewis Hamilton, il pilota più vincente della storia, correrà con la Mercedes per l’ultimo anno prima di passare alla Ferrari, e il suo trasferimento potrebbe avere ripercussioni anche sulla stagione che comincerà sabato.

Negli ultimi giorni ha inoltre attirato molte attenzioni una vicenda non sportiva che riguarda Christian Horner, il team principal (una specie di caposquadra) della Red Bull, la squadra campione in carica e che tutti considerano la più forte. Alla fine di un’indagine interna durata poche settimane – di cui non sono stati forniti i dettagli, ma che riguardava un’accusa di condotta inappropriata di Horner verso una dipendente – la società lo ha confermato nel suo ruolo. La gestione della vicenda, che continua a far discutere, è stata tuttavia criticata sia da alcuni avversari della Red Bull che da un suo importante partner aziendale.

Le prime due gare, in Bahrein il 2 marzo e in Arabia Saudita il 9 marzo, si svolgeranno eccezionalmente di sabato per evitare che il Gran Premio dell’Arabia Saudita coincida con l’inizio del Ramadan, il mese sacro del calendario islamico, che quest’anno comincia tra il 10 e l’11 marzo. Anche la prima gara è stata anticipata al sabato, di conseguenza, perché il regolamento stabilisce che ci sia almeno una settimana tra una gara e l’altra.

Le lamentele dei piloti
Nella prima conferenza stampa del 2024, in Bahrein, alcuni tra i piloti più famosi del campionato hanno espresso una certa preoccupazione per la durata della stagione. Non è la prima volta che succede, ma è abbastanza raro che perplessità e insofferenze di questo tipo, che possono essere interpretate dagli avversari o dai media come un segno di debolezza, siano dichiarate apertamente e condivise tra tanti piloti.

«Sento che siamo ben oltre il limite di gare sostenibile, e per quanto mi riguarda lo so che sono ancora giovane, ovviamente, ma so anche che non farò altri dieci anni così, con 24 gare all’anno», ha detto il ventiseienne olandese Max Verstappen, pilota della Red Bull e campione in carica. Nonostante sia da due anni il pilota più vincente, ammirato e celebrato, Verstappen è da tempo uno dei più critici e insoddisfatti di molti aspetti della Formula 1 moderna. «Se anche il campione del mondo pensa che sia sbagliato [fare 24 gare], figuratevi noialtri che nella seconda metà della stagione corriamo per niente», ha aggiunto il pilota spagnolo della Aston Martin Fernando Alonso, alludendo alla scarsa competitività del campionato, negli ultimi due anni stravinto dalla Red Bull con diverse gare di anticipo.

I piloti seduti su una fila di poltroncine bianche durante la conferenza stampa, mentre prestano attenzione alle domande a loro rivolte dai giornalisti

Da sinistra a destra i piloti Carlos Sainz, Lewis Hamilton, Alexander Albon, Fernando Alonso, Max Verstappen e Lando Norris durante una conferenza stampa a Sakhir, in Bahrein, mercoledì 28 febbraio 2024 (Clive Rose/Getty Images)

Nel 2022 l’amministratore delegato della Formula 1 Stefano Domenicali aveva descritto un programma di 30 gare come un obiettivo futuro compatibile con i piani di espansione di questo sport nel mondo, inclusa l’Africa, in cui attualmente non si corrono gare. Rispetto all’ipotesi circolata in anni recenti di ampliare il numero di piloti in modo da introdurre un’alternanza nel corso del campionato, alcuni di loro hanno fatto presente che questo non migliorerebbe comunque la situazione del resto della squadra, né quella dei molti addetti ai lavori che ruotano intorno alla Formula 1.

Durante l’anno i meccanici e molti altri dipendenti delle squadre, per necessità di lavoro, viaggiano con tempi diversi rispetto ai piloti: arrivano prima di loro, nei circuiti in cui si corrono i Gran Premi, e ripartono più tardi. Lo stesso discorso vale per giornalisti, fotografi e altri professionisti vari che contribuiscono a rendere la Formula 1 lo sport motoristico più seguito al mondo.

«Personalmente penso che siamo già al limite del numero di gare che il personale, i piloti, gli addetti, i giornalisti e gli altri possono reggere durante l’anno, se vogliono avere una famiglia, vederla e mantenere i contatti con casa loro, che sia una famiglia, un cane o che altro», ha detto il pilota spagnolo della Ferrari Carlos Sainz, che lascerà la squadra alla fine del 2024. Facendo un’analogia con le partite di calcio trasmesse in televisione ogni settimana, Sainz ha aggiunto che il rischio di abituarsi a vedere troppe gare è anche di «perdere un po’ l’appetito di tutte le persone che le guardano».

Verstappen, con il casco in testa, mentre sale o forse mentre scende dalla macchina parcheggiata nel box

Il pilota della Red Bull Max Verstappen sulla macchina ferma nel garage durante le prove libere a Sakhir, in Bahrein, giovedì 29 febbraio 2024 (Mark Thompson/Getty Images)

Hamilton, che ha detto di essere d’accordo con gli altri piloti, ha poi espresso un dubbio in merito alla compatibilità tra il continuo prolungamento del calendario delle gare e i piani di riduzione dell’impatto ambientale della Formula 1. «Dobbiamo avere chiara la differenza tra qualità e quantità, e dobbiamo anche pensare all’impatto che abbiamo sul mondo, perché più gare organizziamo, più questo circo viaggia dappertutto», ha detto Hamilton.

Hamilton, la Ferrari e la Mercedes
Dall’inizio di febbraio è noto che Hamilton sarà uno dei due piloti della Ferrari, insieme al monegasco Charles Leclerc: ma lo sarà soltanto a partire dal 2025. È piuttosto insolito che il passaggio di un pilota a un’altra squadra sia annunciato con un anno di anticipo, e nel caso di Hamilton è un trasferimento che potrebbe avere diversi effetti a catena all’interno delle squadre più forti.

Prima di tutto è molto probabile che il passaggio di Hamilton dalla Mercedes alla Ferrari condizioni le scelte di altri piloti che non avevano ancora deciso per quale squadra correre nel 2025. Quello del 2024 sarà peraltro il primo campionato nella storia della Formula 1 in cui tutti i piloti correranno per le stesse squadre per cui correvano alla fine dell’anno precedente.

Alcuni di loro sanno a questo punto di potersi contendere un posto in Mercedes, una delle tre squadre con maggiori risorse del campionato insieme a Red Bull e Ferrari. Le squadre possono a loro volta cercare di ingaggiare Sainz – un pilota molto costante e abilissimo a prevedere le mosse degli avversari in gara – oppure il pilota di cui Sainz dovesse eventualmente prendere il posto in un’altra squadra.

La Ferrari vista frontalmente all'ingresso di una delle curve della pista

Il pilota della Ferrari Charles Leclerc sulla Ferrari SF-24 in pista durante le prove libere a Sakhir, in Bahrein, giovedì 29 febbraio 2024 (Clive Rose/Getty Images)

La scelta già annunciata di Hamilton potrebbe inoltre condizionare, in modi non facili da prevedere, le relazioni attuali tra lui e la Mercedes, e quelle tra Sainz e la Ferrari. In uno sport in cui la condivisione di un interesse comune all’interno della squadra e la programmazione del lavoro a lungo termine hanno molta importanza, sapere di dover lavorare ancora insieme per un altro anno intero, ma non oltre, potrebbe influenzare nel 2024 molte valutazioni della Ferrari e della Mercedes, e anche di Hamilton e Sainz.

In Formula 1 è abbastanza frequente, per esempio, che due piloti di una stessa squadra cerchino di andare d’accordo e di non ostacolarsi a vicenda per ottenere il miglior risultato complessivo in termini di punti. È un vantaggio per la squadra, ma può esserlo anche per i piloti, che a seconda dei casi possono poi eventualmente reclamare un successivo diritto a migliori condizioni contrattuali. Nel caso di Hamilton e soprattutto di Sainz, da molti considerato il “secondo” pilota della Ferrari, la consapevolezza di non avere ordini di squadra da rispettare – spesso rispettati dai piloti solo in nome di un interesse maggiore a lungo termine – potrebbe accrescere la loro disponibilità ad assumersi maggiori rischi (anche di incidenti) nel cercare di battere i compagni di squadra.

Il problema nella squadra favorita
Verstappen, vincitore degli ultimi tre campionati, è secondo quasi tutti gli esperti di Formula 1 il pilota con maggiori probabilità di vittoria anche nel 2024. Guida per la squadra nettamente più forte delle altre, la Red Bull, che nel 2023 ha vinto tutte le gare tranne una. E non ci sono ragioni sostanziali per pensare che la superiorità tecnica mostrata nello sviluppo della macchina negli ultimi anni possa scomparire per via dei miglioramenti di altre squadre.

Da alcune settimane i giornali scrivono tuttavia della Red Bull soprattutto per una questione non sportiva resa nota dal quotidiano olandese Telegraaf, relativa a un’accusa di cattiva condotta rivolta al team principal Horner da una dipendente della squadra. Per tutelarne la privacy la Red Bull non ha condiviso informazioni, ma ha comunque considerato che ci fossero elementi sufficienti per avviare un’indagine interna. Alla fine dell’indagine, durata circa tre settimane, Horner ha mantenuto il suo posto di lavoro, ma la vicenda continua a essere oggetto di discussioni e critiche: fuori dalla squadra e in parte anche dentro.

Christian Horner seduto al muretto della Red Bull, con gli occhiali da sole e le cuffie per parlare con i piloti, mentre si volta verso il garage

Il team principal della Red Bull Christian Horner durante le prove libere del Gran Premio del Bahrein a Sakhir, giovedì 29 febbraio 2024 (AP Photo/Darko Bandic)

Horner è il team principal della Red Bull da quando è entrata in Formula 1, nel 2005, e da molti anni è nel suo ruolo una delle persone più conosciute e vincenti in circolazione. In una lettera inviata alla Red Bull, secondo quanto riportato da Associated Press, l’amministratore delegato della Ford Jim Farley ha espresso il suo disappunto per la gestione della vicenda e per la mancata condivisione di informazioni con i partner aziendali. Ford, che ha una lunghissima tradizione in Formula 1 come costruttore di motori, li fornirà alla Red Bull a partire dal 2026.

Dopo la conclusione dell’indagine il team principal della McLaren Zak Brown e quello della Mercedes Toto Wolff hanno detto che a occuparsi della vicenda e chiarirla dovrebbe essere l’ente che governa la Formula 1 (la Federazione Internazionale dell’Automobile, FIA). «Penso che tutti noi in Formula 1 siamo ambasciatori di questo sport dentro e fuori dalla pista, come succede in altri sport», ha detto Brown, alludendo al rischio che la vicenda di Horner possa finire per screditare tutto l’ambiente. Wolff e Brown hanno criticato la mancanza di trasparenza di Red Bull, che ha deciso di non fornire alcun tipo di informazione sulla natura delle accuse. Wolff ha fatto comunque esplicito riferimento al fatto che l’indagine sia cominciata in seguito a una lamentela espressa da una dipendente di Red Bull all’ufficio delle risorse umane.

Giovedì 29 febbraio, alla fine della seconda sessione di prove libere in Bahrein e circa 24 ore dopo la comunicazione dell’esito dell’indagine della Red Bull, un dossier con presunti documenti relativi alla vicenda di Horner inviato da due indirizzi email anonimi è stato ricevuto da un centinaio di persone tra dirigenti della FIA e della Formula 1, team principal e giornalisti accreditati. Né Associated Press né altri giornali hanno verificato l’autenticità dei documenti, e Horner ha detto: «Non commenterò speculazioni anonime, ma ribadisco che ho sempre negato le accuse».

Sebbene l’autenticità dei documenti non sia stata chiarita, il modo in cui il dossier è stato distribuito suggerisce che esista all’interno della Formula 1 o una sfiducia nell’integrità dell’indagine o un interesse a screditare Horner, come ha scritto Jonathan Noble su Autosport. Non è comunque chiaro di chi sarebbe eventualmente quell’interesse: se di avversari della Red Bull interessati a indebolirla, o di altre persone insoddisfatte di Horner all’interno della società.

Redazione IL POST

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