La polizia del Vietnam non sa più dove mettere i motorini sequestrati

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Sono sempre di più per via di nuove leggi molto severe per chi guida in stato di ebbrezza, ma nessuno va a reclamarli perché la multa costa più che comprarne uno nuovo

La polizia di Ho Chi Minh, la città più popolosa del Vietnam, non ha più spazio dove mettere i motorini che ha sequestrato. Da alcuni anni nel paese le norme sulla guida in stato di ebbrezza sono diventate molto molto severe, e per riavere i motorini sequestrati per questa ragione bisogna pagare una multa molto salata, in alcuni casi più alta del prezzo di un motorino nuovo: per questo alcune persone scelgono di abbandonare il proprio mezzo nei depositi della polizia.

In Vietnam essere trovati alla guida anche con percentuali minime di alcol nel sangue comporta il fermo del veicolo che si guidava fino a 7 giorni e la sospensione della patente per diversi mesi, oltre a una multa che va dai 2 agli 8 milioni di dong vietnamiti, cioè da circa 75 a 305 euro, a seconda della concentrazione di alcol nel sangue. Una moto nuova spesso costa circa 4,8 milioni di dong, cioè 180 euro: meno delle multe per le violazioni più gravi. Il salario mensile medio in Vietnam è di circa 8 milioni di dong per gli uomini e 6 per le donne.

Nel paese il consumo eccessivo di alcolici è stato a lungo molto comune, e in parte lo è tuttora. Le nuove leggi sulla guida in stato di ebbrezza hanno comunque contribuito a limitarlo, e a ridurre il numero di incidenti stradali. Bloomberg ha scritto che nel gennaio del 2020, meno di un mese dopo l’introduzione delle nuove leggi, le vendite di birra erano calate del 25 per cento. La polizia di Ho Chi Minh ha detto che nel 2023 sono stati sequestrati circa 155mila veicoli, 153mila dei quali erano motorini: dei 155mila veicoli, 128mila sono stati sequestrati per guida in stato di ebbrezza.

Un’altra causa piuttosto comune per il sequestro di un mezzo è il mancato rispetto degli standard di sicurezza, come la mancanza di specchietti e fanali, o l’assenza di documenti di circolazione validi. Sulla strada circolano molti veicoli di seconda mano, in alcuni casi modificati per trasportare merci: è piuttosto comune che questi mezzi non siano a norma o non abbiano documenti, e anche in questo caso comprarne uno nuovo costa meno che pagare per riavere quello vecchio.

L’accumulo di mezzi sequestrati ha iniziato a essere un problema da gestire: la polizia di Ho Chi Minh ha detto che le servirebbero altri 10mila metri quadri per parcheggiare tutti i veicoli sequestrati. Alcune stazioni di polizia hanno iniziato a metterle negli uffici vuoti. Nei magazzini ci sono stati più volte incendi, e si teme che possano esserci esplosioni. In alcuni casi sono state avvistate persone che si aggiravano fra i motorini sequestrati per rubarne i pezzi.

una strada vicino a un fiume, al crepuscolo, con i fari di molte decine di auto e di moto

Una strada di Ho Chi Minh durante l’ora di punta (AP Photo/Karly Domb Sadof)

Alcuni mezzi sono stati messi in vendita all’asta. La polizia può farlo a partire da un anno dopo la conclusione dei procedimenti legali per cui sono stati sequestrati, e dopo che una commissione ne ha stabilito il prezzo: solitamente passano due anni fra il sequestro e l’asta. Il ritmo di vendita è troppo basso per svuotare significativamente i depositi della polizia.

In molti paesi asiatici i motorini sono il mezzo più utilizzato per spostarsi, specialmente nelle grandi città, per via del prezzo inferiore a quello delle auto. Ma secondo Hue-Tam Jamme, una professoressa dell’Università dell’Arizona sentita dal New York Times, l’accumulo di motorini nei depositi della polizia potrebbe avere a che fare anche con il declino dell’importanza dei motorini nella cultura e nella vita quotidiana del Vietnam.

Nel paese infatti il miglioramento delle condizioni economiche negli ultimi anni ha favorito una diffusione maggiore delle automobili. Le auto rimangono comunque una piccola frazione dei veicoli che circolano in Vietnam (nel 2020 ne possedeva una circa il 5 per cento delle famiglie), soprattutto nelle città, dove capita spesso di vedere auto circondate da centinaia di motorini.

La rigidità con cui è stata messa in atto la campagna contro la guida in stato di ebbrezza è stata criticata da alcune persone in Vietnam, nonostante nel paese sia vietato criticare apertamente le politiche del Partito Comunista, che governa in modo autoritario. Nguyen Khang, un impiegato di banca di Ho Chi Minh sentito dal New York Times, ha detto che i motorini sono tenuti in «ostaggio» da un sistema inutilmente punitivo.

Redazione Il Post

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