La Francia vuole rimuovere lo “ius soli” da un suo dipartimento

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Due uomini a riposo a Mamoudzou, Mayotte, 27 aprile 2023 (AP Photo/Gregoire Merot)

Dall’arcipelago d’oltremare di Mayotte, con l’obiettivo di contrastare l’immigrazione irregolare: la riforma piace molto all’estrema destra

Il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin negli scorsi giorni ha fatto diversi annunci che riguardano Mayotte, l’arcipelago dell’oceano Indiano tra il Madagascar e la costa del Mozambico che è anche un dipartimento e una regione d’oltremare della Francia. Darmanin ha parlato di una revisione costituzionale per limitare lo “ius soli” in modo che in questo territorio non sia più possibile ottenere la nazionalità francese se non si è figli di genitori francesi. La misura ha l’obiettivo di contrastare l’immigrazione irregolare e porre così fine alle proteste che sull’isola sono in corso dallo scorso 22 gennaio, con blocchi stradali organizzati da collettivi di cittadini che chiedono misure contro l’insicurezza e l’immigrazione incontrollata. L’annuncio di Darmanin è stato accolto con entusiasmo dall’estrema destra.

Domenica 11 febbraio Gérald Darmanin è stato in visita sull’isola principale dell’arcipelago di Mayotte con la ministra dei Territori d’oltremare Marie Guévenoux e ha spiegato che la fine della possibilità dello ius soli, misura richiesta da anni dalla maggioranza degli eletti di quel dipartimento e dalla popolazione, eliminerà l’attrattiva che questo territorio sta esercitando sulle persone migranti.

Mayotte, che è composta da due isole, si trova a circa 8mila chilometri da Parigi ed è il 101esimo dipartimento francese. Qui più dell’80 per cento della popolazione vive sotto la soglia della povertà, la metà ha meno di vent’anni e la disoccupazione è molto alta. Mayotte è attualmente abitata da circa 350mila persone e la popolazione, sia a causa delle migrazioni che dell’alto tasso di natalità, è quadruplicata tra il 1985 e il 2017 passando da 67.200 a 256.500 persone. Nel 2017, secondo l’INSE, l’ISTAT francese, il 48 per cento della popolazione di Mayotte era di nazionalità straniera, costituita cioè da persone migranti provenienti soprattutto dalle vicine isole Comore.

Un tempo Mayotte e Comore, che distano circa 70 chilometri, facevano parte dello stesso arcipelago che venne colonizzato dalla Francia nel XIX secolo. Nel 1974 le Comore votarono però per diventare indipendenti, mentre Mayotte scelse di restare francese. In questo territorio, rispetto alla Francia continentale, sono però in vigore diverse eccezioni legislative, che riguardano soprattutto le leggi sulla cittadinanza.

In Francia, per ottenere la nazionalità ci sono diverse possibilità. È possibile farlo se si ha almeno un genitore francese: è il cosiddetto “ius sanguinis”, che in latino significa “diritto di sangue”. Esiste anche lo “ius soli”, cioè un diritto legato al territorio, ma in forma “temperata”: un bambino nato sul territorio francese può acquisire la cittadinanza a determinate condizioni che dipendono dalla nazionalità dei genitori, dal luogo di nascita e anche dal tempo trascorso su territorio francese dal bambino stesso e dai suoi genitori prima di raggiungere la maggiore età.

Le regole sulla cittadinanza, a Mayotte, sono attualmente applicate a condizioni più severe che nel resto della Francia. Dal 2018, un bambino nato a Mayotte da genitori stranieri può ottenere la nazionalità francese al compimento dei 18 anni se vive da almeno cinque anni sul territorio francese da quando ne aveva 11. Ma in più, se nato a Mayotte, dovrà dimostrare anche che almeno uno dei suoi genitori risiedeva regolarmente in Francia da più di tre mesi alla data della sua nascita.

Ora il governo francese ha deciso di inasprire ulteriormente quest’eccezione: dovrà cioè essere dimostrato che entrambi i genitori di questo bambino nato a Mayotte, e non più uno solo dei due, risiedevano regolarmente in Francia da più di un anno, e non più da tre mesi: di fatto, come ha detto Darmanin, poiché i permessi di soggiorno sono rilasciati con molta difficoltà a Mayotte «non sarà più possibile far nascere un bambino qui e sperare che diventi francese in questo modo».

Per impedire la migrazione irregolare, Gérald Darmanin ha anche promesso la creazione di «una cortina di ferro in mare», di schierare cioè imbarcazioni della marina francese al largo delle coste della Tanzania, altra rotta dei migranti verso Mayotte.

A Mayotte, dove al primo turno delle presidenziali del 2022 la candidata dell’estrema destra Marine Le Pen era arrivata prima con il 42,8 per cento, la proposta di Darmanin è stata accolta con favore, così come dai partiti di estrema destra. Il testo sul cambiamento costituzionale per l’accesso alla nazionalità dovrà però essere votato in termini identici da entrambe le Camere del parlamento francese. Dopodiché dovrà essere approvato o tramite un referendum o da una maggioranza di tre quinti del Congresso.

Redazione il Post

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