Il nuovo accordo include aumenti di stipendio e protezioni dall’uso dell’intelligenza artificiale, ma secondo alcuni ha delle limitazioni
Martedì i membri del SAG-AFTRA, il sindacato che rappresenta gli attori e le attrici di Hollywood, hanno approvato ufficialmente la ratifica del nuovo accordo con le principali case di produzione cinematografica, mettendo ufficialmente fine al grosso sciopero iniziato il 13 luglio scorso.
Il nuovo contratto risultato dalla negoziazione con le case di produzione è stato approvato dal 78 per cento dei votanti e con un’affluenza del 38 per cento. Lo sciopero era terminato già l’8 novembre quando era stata diffusa la notizia che un accordo era stato trovato, ma se questa votazione non fosse andata a buon fine sarebbe probabilmente ripreso. L’accordo è stato considerato una grande vittoria per la categoria degli attori, anche se non ha raggiunto gli obiettivi ambiziosi che i rappresentanti del sindacato si erano posti all’inizio dei negoziati con le case di produzione
L’accordo prevede un aumento del 7 per cento dei compensi minimi per il primo anno di contratto e un bonus di 40 milioni di dollari per gli attori dei programmi in streaming più visti. La creazione di un bonus di questo tipo era stata centrale nella negoziazione dato che in passato gli attori principali di film o serie tv che continuavano ad apparire in tv ricevevano compensi anche a distanza di molti anni, mentre questo non succedeva più con le piattaforme di streaming. In più altri circa 10 milioni di dollari all’anno saranno destinati a un fondo che sarà distribuito in modo più ampio fra gli attori degli altri programmi prodotti per le piattaforme di streaming.
L’accordo include anche un certo grado di protezione conto l’uso dell’intelligenza artificiale. Le case di produzione potranno chiedere agli attori di essere replicati sullo sfondo di alcune scene al posto di vere comparse utilizzando l’intelligenza artificiale, ma ciò dovrà essere fatto in termini “ragionevolmente specifici”.
Tuttavia, il contratto non vieta alle case di produzione di addestrare i sistemi di intelligenza artificiale sulle immagini degli attori veri per crearne altri “sintetici” che non abbiano alcuna somiglianza con loro, ma che possano comunque essere usati nelle scene in cui c’è bisogno di molte comparse. Il sindacato aveva cercato di ottenere il veto su questo tipo di utilizzo ma è solo riuscito a chiedere che se un interprete “sintetico” include un tratto facciale riconoscibile di un attore reale, quest’ultimo debba acconsentire all’uso.
L’accordo prevede molte altre norme, fra cui il regolamento dei provini registrati dagli attori e quello delle piattaforme di casting online e l’istituzione dell’obbligo di un intimacy coordinator per le scene di nudo o sesso. Il voto favorevole ha concluso ufficialmente lo sciopero più lungo di sempre per gli attori cinematografici e televisivi statunitensi, che per diversi mesi è stato affiancato da quello degli sceneggiatori, cosa che non succedeva dal 1960.
Redazione Il Post