Lo scorso fine settimana un museo di Barcellona ha organizzato una visita così dedicata ai Bronzi di Riace, ma in Francia e Spagna non è una novità
Sabato 28 ottobre il Museo di archeologia della Catalogna che si trova a Barcellona ha organizzato una visita speciale in collaborazione con il Club catalano di naturismo: per un’ora e mezza, visitatrici e visitatori hanno potuto visitare la mostra fotografica dedicata ai Bronzi di Riace curata dal fotografo italiano Luigi Spina senza vestiti, nel rispetto dei principi del loro movimento, per cui molto in sintesi la nudità e un contatto più diretto con l’ambiente possono avere un impatto positivo sul benessere delle persone. Non era la prima volta che il museo catalano promuoveva un’iniziativa simile, ed era successo già in passato anche in altri musei.
Come racconta il giornale catalano La Vanguardia, il sito del museo prometteva al pubblico di poter ammirare le opere trovandosi «nella stessa condizione» delle persone rappresentate dalle statue, cioè in completa nudità. I Bronzi di Riace sono due celebri statue scoperte nel 1972 sul fondale del mar Ionio in Calabria: rappresentano due guerrieri completamente nudi, con barba e capelli ricci, e molto probabilmente risalgono al quinto secolo avanti Cristo, l’epoca più florida per la scultura greca. Nell’idea del museo, con questa iniziativa le persone avrebbero potuto osservare le loro fotografie sentendosi a proprio agio e in una specie di condizione di “parità” con le opere d’arte.
Il naturismo è un movimento che si è formato tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in reazione alle nuove abitudini della società industriale e che propone un ritorno a un maggior contatto con la natura e a uno stile di vita più essenziale, fino ad abbandonare del tutto gli abiti (quello che si intende con nudismo). È molto diffuso in Spagna, in Francia e in alcuni paesi del Nord Europa, e la sua idea di fondo è che la nudità a contatto con la natura e nel tempo libero possa avere benefici per la salute delle persone. La visita di sabato si è tenuta a porte chiuse, con posti limitati, e prevedeva la nudità integrale. Il museo raccomandava solo di indossare le scarpe, anche se le foto condivise sul profilo Instagram del Club naturista mostrano che c’è chi ha fatto a meno anche di quelle.
La guida che ha accompagnato il gruppo durante la visita, Edgar Maestre, ha detto all’Español che il museo non voleva organizzare «la solita visita guidata». Voleva piuttosto che le persone «si sentissero esattamente come le opere che stavano vedendo», ha sostenuto Maestre, che durante la visita era a sua volta nudo. Secondo Marta, un’operatrice sanitaria di 59 anni che faceva parte del gruppo, la differenza rispetto a visitare un museo da vestiti è che «si può capire meglio che la nudità è sempre esistita e che il proprio corpo non deve essere motivo di vergogna per nessuno».
L’iniziativa era partita dall’attrice, storica d’arte e drammaturga Irene Vicente Salas, che aveva fatto da guida a un primo gruppo di persone naturiste lo scorso 30 settembre, anche lei nuda. Parlandone con El País, Salas l’ha definita «un’esperienza meravigliosa». A suo dire, visitare un museo senza vestiti permette di stabilire una relazione molto particolare con le opere che a loro volta rappresentano soggetti nudi. Salas, che dice di praticare saltuariamente il nudismo, ha aggiunto di essere rimasta sorpresa dalla «naturalezza con cui secoli di falsi pregiudizi» rispetto ai corpi nudi e allo stare nudi in mezzo ad altre persone «evaporano rapidamente».
La primissima visita pensata per gruppi di visitatori nudisti in Spagna era stata organizzata all’inizio del 2020 al Museo d’arte di Cerdanyola, sempre a Barcellona, in occasione di una mostra intitolata “L’uomo nudo. Mettere a nudo gli archetipi della mascolinità”. Prima ancora, nel maggio del 2018, c’era stato un evento simile a Parigi, dove l’Associazione naturista della capitale francese aveva organizzato una visita di questo tipo al museo di arte contemporanea Palais de Tokyo.
Più di recente, nel novembre del 2022, il Museo Maillol di Parigi ha organizzato tre visite riservate alle persone naturiste alla mostra “Iperrealismo. Questo non è un corpo” in collaborazione con la Federazione francese di naturismo. Le Monde scrive che le persone che si erano prenotate per i tre appuntamenti erano state quasi 800: tra queste un 65enne chiamato Philippe, che nell’osservare le statue di corpi nudi aveva notato «un effetto speculare quasi inquietante», e Leo, un chirurgo plastico di 31 anni secondo cui «il soggetto della mostra poteva quasi essere il pubblico».
Redazione Il Post