Il rapporto sugli abusi sessuali sui minori nella Chiesa cattolica in Spagna

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La cattedrale di Santa Maria la Reale a Pamplona (AP Photo/Alvaro Barrientos)

È stato commissionato dal parlamento, stima che più di 400mila spagnoli abbiano subito abusi in ambito religioso

Venerdì in Spagna è stato pubblicato un importante rapporto sugli abusi sessuali commessi all’interno della Chiesa cattolica ai danni dei minori. Il rapporto, basato su un sondaggio che ha coinvolto 8mila persone, stima che l’1,13 per cento della popolazione adulta spagnola abbia subito abusi in ambito religioso (quindi 440mila persone con un’età compresa tra i 18 e i 90 anni). Più nello specifico lo 0,6 per cento dell’intera popolazione, quindi circa 233mila persone, avrebbe subito abusi da un sacerdote o da un religioso, mentre il resto da persone laiche ma sempre nell’ambito della Chiesa cattolica.

Il rapporto è stato commissionato dal parlamento spagnolo e realizzato da Ángel Gabilondo, Defensor del Pueblo, ossia il difensore civico nazionale, figura che si occupa di tutelare gli interessi dei cittadini (in molti paesi è chiamato ombudsman, mentre in Italia non esiste un ruolo del genere). Il sondaggio di Gabilondo è durato 18 mesi.

La Spagna è un paese con una forte tradizione cattolica, ma fino a pochi anni fa il numero di denunce di abusi sessuali in ambito religioso era molto basso. Fino al 2021 l’allora portavoce dei vescovi del paese, Luis Argüello, diceva di essere a conoscenza di “zero o pochissime” denunce. E solamente lo scorso giugno la Chiesa spagnola aveva presentato per la prima volta un documento sugli abusi sessuali subiti da minori e compiuti da rappresentanti del clero: in quel rapporto, intitolato Per fare luce, erano state raccolte le testimonianze di 927 persone. I racconti delle vittime andavano dal 1945 alla fine del 2022.

Il rapporto di Gabilondo evidenzia come gli abusi sessuali in ambito religioso siano da inquadrare all’interno di un più ampio contesto di abusi ai danni dei minori. Dai sondaggi effettuati è emerso infatti che l’11,7 per cento delle persone intervistate è stato vittima di abusi sessuali nell’infanzia o nell’adolescenza, principalmente in ambito familiare, in maggioranza donne. Per quanto riguarda gli abusi in ambito religioso, sono invece gli uomini che ne hanno subiti di più.

Il rapporto è inoltre molto critico nei confronti della risposta delle istituzioni ecclesiastiche. Sostiene che l’intervento della Chiesa cattolica per impedire gli abusi sia stato insufficiente e tardivo. «La risposta della Chiesa cattolica, almeno a livello ufficiale, è stata a lungo caratterizzata dalla negazione o dalla minimizzazione del problema», si legge tra le oltre 700 pagine del rapporto, in cui peraltro si accusa la Chiesa cattolica di non aver voluto collaborare in modo significativo nel lavoro di Gabilondo.

Il rapporto critica anche le istituzioni spagnole, che accusa di essere rimaste inattive per molto tempo «di fronte alla realtà degli abusi sessuali» e di non aver fatto «gli sforzi necessari per proteggere i minori». Sostiene che lo stato spagnolo abbia una responsabilità in ciò che è successo e propone la creazione di un organo speciale di natura temporanea che abbia come scopo la compensazione dei danni alle vittime di abusi nei casi in cui, a causa della prescrizione del reato o di altre cause, non sia stato possibile svolgere un processo penale. A tal fine raccomanda la creazione di un fondo statale in collaborazione con la Chiesa.

Redazione il Post

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