Nella citata ‘ordonnance’ della Prefettura si regolano “l’esercizio e la circolazione, su strade pubbliche, a Parigi e nella giurisdizione della Prefettura di Polizia, di autoveicoli meccanici, diversi da quelli utilizzati per l’esercizio delle ferrovie in concessione” con la nascita, quindi, anche del primo Codice della Strada.
L’idea di identificare i veicoli in circolazione – evidentemente non meccanici – era però stata enunciata già nel 1749 quando un ufficiale di polizia francese raccomandò all’allora re Luigi XV di assegnare un numero identificativo ai veicoli trainati da cavalli in circolazione a Parigi.
Su questa proposta, nel 1793, una sentenza del Conseil du Roi di Luigi XV impose ai cocchieri di fissare alla loro carrozza o al carro una targa metallica riportante il nome e l’indirizzo del proprietario del mezzo.
A Lione nel 1891, cioè due anni prima della ufficializzazione delle targhe delle auto a Parigi, era già nato un metodo di identificazione dei veicoli, ma limitatamente alla circolazione nel parco della Tête d’Or.
Il sindaco di Lione Antoine Gailleton aveva reso obbligatoria una placca numerata che era legata alla registrazione del proprietario al momento dell’accesso al parco. Il sistema era stato predisposto per identificare le auto se veniva provocato un incidente, ma la placca veniva restituita all’uscita.
Dopo il debutto a Parigi, l’iniziativa francese per l’istituzione delle targhe auto fu seguita nel 1896 dalla Germania, nel 1897 dall’Italia, nel 1898 nei Paesi Bassi e solo nel 1901 negli Stati Uniti. (Ansa)