114 miliardi dollari/anno per darla entro il 2030 a 140 paesi a medio e basso reddito
In tempi di pandemia si è compreso quanto sia preziosa l’acqua per le nostre vite. Lavarsi le mani è fondamentale per contenere la diffusione del Covid-19 e di molte altre malattie infettive. Eppure quasi tre miliardi di persone in tutto il mondo non hanno questa possibilità. Una persona su tre, secondo i dati dell’Onu diffusi oggi nella Giornata mondiale dell’acqua, non ha infatti accesso all’acqua pulita e la situazione peggiorerà, senza interventi efficaci, tanto che si stima che entro il 2050 saranno 5,7 miliardi a vivere in zone con carenza idrica per almeno un mese all’anno.
Oltre due miliardi di persone al mondo vivono in paesi con problemi di approvvigionamento idrico. Quattro miliardi di persone vivono in aree che soffrono di grave carenza d’acqua almeno un mese all’anno. Circa 1,6 miliardi di persone hanno a che fare con una scarsità d’acqua “economica”: l’acqua sarebbe fisicamente disponibile, ma mancano le infrastrutture per farla arrivare alle persone, osserva l’Onu. La capacità di stoccaggio dell’acqua negli invasi si riduce dell’1% ogni anno, per l’aumento della popolazione e i sedimenti nei depositi. L’utilizzo di acqua potabile continua a crescere dell’1% l’anno dal 1980. L’agricoltura impiega in media il 69% dell’acqua dolce per usi umani (in alcuni paesi questa percentuale sale al 95%). L’industria assorbe il 19%, le città il 12%. Nel periodo fra il 2009 e il 2019, la siccità ha colpito 100 milioni di persone al mondo, uccidendone 2000 e causando 100 miliardi di dollari di perdite. La Banca Mondiale stima che le regioni affette da carenza d’acqua possano vedere calare il loro Pil del 6% al 2050.
Dare l’accesso all’acqua potabile a 140 stati a medio e basso reddito entro il 2030 (l’obiettivo 6 dell’Agenda 2030 dell’Onu sulla sostenibilità) costerebbe 114 miliardi di dollari all’anno nei prossimi dieci anni. E’ quanto si legge nel “Rapporto mondiale sullo sviluppo dell’acqua 2021″ dell’Onu, diffuso oggi in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua.
La situazione nel complesso è aggravata dall’aumento degli eventi meteorologici estremi che hanno causato oltre il 90 per cento dei grandi disastri nell’ultimo decennio. Inoltre, entro il 2040, la domanda globale di energia dovrebbe aumentare di oltre il 25% e la domanda di acqua crescere di oltre il 50%. Dunque, secondo gli esperti, è necessario limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali, per ridurre del 50% lo stress idrico indotto dal clima. Ciò potrebbe salvare la vita di oltre 360.000 neonati ogni anno.
L’Onu invita quindi a riflettere sul significato e sul vero valore di questa risorsa vitale per imparare a proteggerla meglio. ”Il valore dell’acqua supera di gran lunga il suo prezzo, è un valore incalcolabile per la nostra casa, la cultura, la salute, l’istruzione, l’economia o l’integrità del nostro ambiente naturale. Se trascuriamo anche uno di questi aspetti, rischiamo di gestire male questa risorsa limitata che è insostituibile” aggiunge l’Organizzazione delle Nazioni unite.
“L’acqua è un bene universale, di difficile accesso per più di due miliardi di persone nel Pianeta. È un problema globale che deve investirci come decisori politici e come singoli cittadini” rileva il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, ricordando che “l’acqua è un bene che va preservato a tutti i livelli, a cominciare dalla rete idrica che nel nostro Paese disperde il 42% dell’acqua erogata”. “La Transizione ecologica deve migliorare e proteggere le nostre risorse idriche” prosegue Cingolani spiegando che “con il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) stiamo lavorando su questa tematica, per mettere in sicurezza l’infrastruttura, i bacini idrici e gli alvei naturali”. “L’oro blu, come viene definito – conclude il ministro – deve diventare un bene accessibile a tutti, in particolare ai Paesi del sud del mondo che ne soffrono la scarsità”.
Quella dell’acqua pubblica è una questione “fondamentale. Il Parlamento deve varare una legge e stabilire principi certi in base al referendum ed al senso degli italiani perché ci sia una gestione completamente pubblica” ha detto il presidente della Camera Roberto Fico. “La Giornata mondiale dell’acqua ricorda alle istituzioni di tutto il mondo la necessità di preservare una risorsa che sta diventando sempre più scarsa. L’accesso all’acqua costituisce un diritto fondamentale per tutelare la salute e assicurare il rispetto della dignità di esseri umani” afferma il presidente della Camera in un videomessaggio diffuso per la Giornata mondiale dell’Acqua. Oltre alla necessità di “far comprendere che l’acqua non è una risorsa inesauribile”, Fico sostiene che “il tempo a nostra disposizione è finito: occorre una riconversione radicale in senso sostenibile dei modelli di sviluppo. Una riconversione che deve essere realizzata attraverso una strategia a 360 gradi e politiche mirate, ma che deve essere accompagnata anche da un cambiamento dei comportamenti individuali di ciascuno di noi. Esiste poi il tema del quadro normativo nel nostro Paese: con le proposte di legge bloccate da tempo nelle commissioni competenti. Nel rispetto delle differenze dei punti di vista sono convinto serva uno sforzo comune per definire un perimetro che realizzi pienamente il principio dell’acqua pubblica”. Il presidente della Camera chiede anche di “investire risorse sulle infrastrutture idriche”. “Mi auguro che si proceda in questa direzione. Ma è importante che questo avvenga nell’ambito di una gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un accesso universale, sostenibile e solidale. E in questa prospettiva il Piano nazionale di ripresa e resilienza potrà imprimere una vera e propria svolta, quella di cui abbiamo bisogno”, conclude.
“Sono passati ormai dieci anni dal referendum popolare sull’acqua pubblica del 2011 con cui ben il 57% dei cittadini italiani che si recarono alle urne decretarono con oltre il 95% dei sì la vittoria dell’Acqua Bene Comune e lo stop alla mercificazione e alla gestione da parte dei privati di questa risorsa vitale per persone ed ecosistemi. Non è ammissibile che ad oggi quel risultato storico per la democrazia diretta e i Beni Comuni rimanga ancora disatteso, anche nella nostra regione” scrive la neo assessora alla transizione ecologica del Lazio, Roberta Lombardi (M5s). “Per questo m’impegno a riprendere il dossier sull’acqua pubblica, con tutti i relativi provvedimenti il cui iter sembrerebbe arenatosi in questi anni, e a portarlo al tavolo della Giunta affinché si possa uscire finalmente da questa fase di stallo e vedere applicata la volontà popolare espressa dall’esito referendario. Confido nel fatto che anche tutti gli altri assessori, a prescindere dalla loro competenza in materia, sposino questa battaglia di civiltà e di amore per lo sviluppo sostenibile e la democrazia”, assicura.