Sono stati incendiati cinque stabilimenti di Ostia

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Poche ore dopo che il Consiglio di Stato aveva confermato la legittimità delle gare di appalto di 31 concessioni balneari

Nella notte di mercoledì a partire dalle 21 cinque stabilimenti balneari di Ostia sono stati incendiati, poche ore dopo che il Consiglio di Stato aveva confermato la legittimità della procedura con cui il comune di Roma aveva messo a gara 31 concessioni balneari. I lidi danneggiati sono il Salus, l’Arcobaleno, il Capanno, il Vittoria e il Plinius, in cui i danni sono stati maggiori. Si trovano nell’arco di circa due chilometri sul lungomare di Ostia, e hanno subìto danni a pedalò, ombrelloni e cabine. Lunedì anche altri due stabilimenti di Ostia erano stati incendiati.

Gli incendi sono considerati dolosi, ma non si sa quale sia il movente di chi li ha appiccati: il fatto che siano iniziati dopo l’ordinanza del Consiglio di Stato su un tema così discusso fa pensare che le vicende possano essere collegate. Visto che sono iniziati quasi in contemporanea, e che gli stabilimenti interessati sono piuttosto distanti fra loro, si sospetta che ad appiccarli siano state diverse persone. Verso le 23 un uomo e una donna sono stati trovati dalla polizia in uno degli stabilimenti (non fra quelli incendiati), e sono stati fermati e interrogati: l’uomo è il principale sospettato dalla polizia, ma al momento non risulta indagato.

Le spiagge italiane sono di proprietà dello stato, che può concederne lo sfruttamento ai privati. Queste concessioni sono temporanee, e alla loro scadenza andrebbero riassegnate con una gara di appalto pubblica, come prevedono le norme europee sulla concorrenza. Questa procedura non è mai stata rispettata in Italia, dove le concessioni sono state sistematicamente prorogate e riassegnate ai gestori precedenti. Dopo anni di dibattiti e ricorsi, solo lo scorso settembre il governo ha approvato un decreto-legge che stabilisce tra le altre cose che si dovranno avviare le gare entro giugno del 2027.

L’incendio nello stabilimento Plinius di Ostia (ANSA/EMANUELE VALERI)

Alcuni mesi fa il comune di Roma aveva disposto la gara per rinnovare tutte le concessioni sulla costa di Ostia, che rientra nell’area del comune. Diversi gestori degli stabilimenti però avevano fatto ricorso al tribunale amministrativo regionale (TAR), contestando alcuni punti dell’ordinanza. Due settimane fa il TAR aveva accolto il loro ricorso e sospeso l’ordinanza comunale. L’amministrazione cittadina aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato, l’organo che si occupa del secondo grado di giudizio della giustizia amministrativa (i TAR sono il primo grado).

Mercoledì in un pronunciamento preliminare il Consiglio di Stato aveva annullato la decisione del TAR e dato ragione al comune, revocando la sospensione della messa a gara delle concessioni: il pronunciamento nel merito arriverà il primo ottobre. Secondo il Consiglio di Stato i criteri del bando non escludono gli attuali titolari delle concessioni, e al contempo si adeguano alle regole di competitività previste dall’Unione Europea. Secondo il Consiglio di Stato inoltre la sospensione del bando rischiava di ritardare l’apertura degli stabilimenti, con l’inizio della stagione turistica sulle spiagge prevista il primo maggio.

Al contrario, secondo i balneari sarebbe invece il bando, e non la sua sospensione, a ritardare l’apertura degli stabilimenti, visti i tempi necessari ad analizzare le domande e quelli per gli eventuali ricorsi contro le assegnazioni in base ai nuovi criteri.

Redazione il Post

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