L’automobile, a cui l’attore romano teneva assai, era stata dimenticata
Se n’è andato il 24 febbraio 2003, lasciando un vuoto incolmabile tra i suoi ammiratori, che tanto lo avevano acclamato nel corso della sua lunga e prolifica carriera sul grande schermo.
Citare Alberto Sordi significa scomodare uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana. Così come nelle pellicole che lo hanno visto protagonista, allo stesso modo il personaggio dietro la maschera amava le belle auto. Tuttavia, se nelle opere di finzione guidava bolidi simboli di lusso, successo e avventura, nella vita reale preferiva un profilo discreto e sobrio, senza comunque precludersi delle belle vetture. Le fortune accumulate con il lavoro gli permettevano, del resto, di togliersi dei capricci, compreso l’acquisto di una BMW 320 Coupé, ritrovata dopo ben 21 anni, considerando che era finita nel dimenticatoio. Il mitico esemplare tedesco del 1993 viene ora battuto all’asta per una nobile causa: raccogliere fondi da destinare a una struttura d’accoglienza di anziani malati di Alzheimer, presso la Fondazione Alberto Sordi, ente del Campus-Medico. La macchina in vendita promette di valere una fortuna, spingendo i collezionisti a scatenarsi con offerte anche superiori al valore reale.
Perché ne ha pure uno affettivo, riconducibile all’illustre ex proprietario. Di un blu elettrico brillante, la produzione bavarese era per lui un vero e proprio gioiello, tanto da essere soprannominata “la reliquia”. Nessuno aveva il permesso di mettersi al volante, eccetto il legittimo possessore, una volta indossati i guanti.
Non se ne separava mai, nemmeno quando aveva in programma di andare in chiesa …
Redazione Giornale d’Italia
di Massimo De Angelis