di Rinaldo Frignani – Redazione Corriere
«Per controllare non dico tutta Roma, ma anche solo tutto il Centro, presidiare ogni incrocio, ci vorrebbe una forza con numeri lontani da quelli attuali.
Ma posso assicurare che i vigili urbani sono in strada tutti i giorni per rispondere alle richieste dei romani». Così il comandante generale della polizia locale Ugo Angeloni nella sua prima intervista al Corriere, impegnato da settimane in una campagna per la sicurezza stradale e contro il degrado urbano.
Comandante, fra le critiche più frequenti mosse ai vigili c’è quella di non essere per strada.
«Eppure ci sono: 1.470 agenti su tre turni solo per i servizi di polizia stradale. Un numero al quale devono essere detratte le assenze fisiologiche».
Quasi 500 per turno. Sono sufficienti?
«A Roma niente di quello che si fa può essere considerato sufficiente. Posso però dire che quando sono stato nominato, il Corpo aveva un organico inferiore alle 5.745 unità attuali, compresi 100 nuovi assunti. E meno male che ci sono».
Quante di loro non rimangono in ufficio?
«Per calcolarlo ho usato il sistema di rilevamento delle presenze dei dipendenti comunali, quindi anche noi, incrociando i dati con chi svolge servizi esterni: come massimo il 70%, più spesso il 60% per difetto: è una parte consistente di personale, che tuttavia non riesce ad avere una copertura totale in termini di visibilità a causa delle dimensioni del territorio e delle numerose esigenze di servizio. Ripeto, è un aspetto che si può perfezionare, anche con il ricorso massiccio a strumenti tecnologici e alla semplificazione delle istruttorie. Perché quel 60% si porta in ufficio attività da gestire, atti da seguire fino in fondo. Basti pensare al tempo che serve anche solo per un sequestro di merce abbandonata sul marciapiede da un ambulante abusivo. I servizi esterni comportano poi un enorme volume di lavoro in ufficio».
Proprio in tema di abusivismo commerciale, residenti e commercianti del centro puntano il dito contro di voi.
«Ma anche in questo caso posso assicurare che da mesi investiamo risorse per affrontare il fenomeno, che ci compete come polizia locale, con il coordinamento della Prefettura. Un’azione molto forte, concentrata soprattutto sull’area archeologica, Colosseo e Fori Imperiali, e poi piazza di Spagna con tutto il Tridente».
I residenti dicono che non ci siete.
«Non metto in dubbio che in concomitanza dei nostri cambi turno ci possano essere delle assenze che consentono agli abusivi di approfittare del momento, ma in una giornata con tutto il personale disponibile, ovvero senza i riposi di chi ha lavorato nel fine settimana – che pesa da un quarto a un sesto in ogni gruppo – e le assenze ordinarie, possiamo contare su 100 agenti e 40 posti fissi, oltre alle pattuglie impegnate in altri servizi esterni, che sono molti e di vario genere. Il cittadino può avere la percezione di non vederci, ma invece la nostra presenza sul territorio è significativa, anche a livello di prevenzione: solo fra giugno e ottobre abbiamo tolto dalla strada oltre 25 tonnellate di articoli ed effettuato 616 sequestri di false griffe. Non è poco».
Da due settimane avete intensificato i controlli con gli autovelox. Continuerà così?
«Certamente, abbiamo aumentato i controlli soprattutto nei luoghi della movida frequentata dai ragazzi. Il nostro intento è anche quello di prevenire l’abuso di alcol e droga prima di mettersi al volante. Proseguiremo così tutti i giorni, non solo nei weekend, con i gruppi che sono dotati di autovelox. Attualmente ci sono 17 dispositivi attivi, anche fra i più evoluti (altri 15 torneranno dalla manutenzione, ndr.). Ogni notte rispondiamo a 200 chiamate, e rileviamo 30-40 incidenti stradali, sono davvero tanti».
Fra poco saranno due anni al comando. Cosa manca secondo lei alla polizia locale?
«Fin dal primo giorno in piazza della Consolazione mi sono dedicato all’organizzazione del Corpo, alla modifica delle procedure e all’innovazione tecnologica. Una serie di passaggi che porto avanti in silenzio, con la cooperazione dei sindacati di categoria, per rendere più efficiente il nostro lavoro. Passaggi che non danno risultati immediati, ma gli effetti si vedranno nel tempo».