Villa Torlonia diventa il primo “parco culturale” di Roma. Con la firma dell’accordo operativo tra la Sovrintendenza Capitolina, il Dipartimento Ambiente e Zètema Progetto Cultura per la cura e la manutenzione del verde di Villa Torlonia, prende vita – per la prima volta – un parco curato e promosso dall’ambito culturale dell’Amministrazione. L’accordo – in questa prima fase sperimentale – durerà fino al 31 dicembre 2022.

La decisione d’intraprendere questo nuovo modello di gestione nasce dalla considerazione che Villa Torlonia, fra le ville storiche di Roma Capitale, è quella che più di tutte si presenta come un sistema integrato, definito e inscindibile, di edifici di pregio storico-artistico e di patrimonio ambientale e vegetazionale.

L’interesse pubblico che si intende conseguire sta nella creazione di un modello gestionale che permetta di innescare un complessivo e progressivo incremento della qualità e della fruibilità dell’intero complesso storico-artistico e culturale da parte dei cittadini. Per questo è stato deciso di assegnare anche la manutenzione del verde alla Sovrintendenza Capitolina sotto l’alta sorveglianza, per quanto attiene alla conoscenza e competenza specifica in ambito vegetazionale, del Dipartimento Tutela Ambientale. La Sovrintendenza opererà attraverso Zètema Progetto Cultura, società in house di Roma Capitale, cui è già affidata la gestione dei servizi dei 13 edifici storici a destinazione museale che la Villa ospita in continuo dialogo e corrispondenza con il parco che li circonda (Casino Nobile, Casina delle Civette, Casino dei Principi, Teatro, Serra e Torre  Moresca, Villino Medievale, Limonaia, Scuderie Vecchie, Tempio di Saturno, Campo dei Tornei, Propilei,  False Rovine e i  Bunker di Mussolini).

Al Dipartimento Ambiente, oltre alla funzione di alta sorveglianza, rimangono le competenze sulle aree ludiche e sportive, la manutenzione degli arredi del parco (panchine, cestini per la raccolta dei rifiuti, ecc.), la progettazione di eventuali nuovi interventi di ripristino dell’assetto primigenio della Villa, nonché gli adempimenti non delegabili, quali, a fronte di specifici eventi meteorologici o di altra natura, le decisioni in merito ad eventuali chiusure e riaperture della Villa, in ragione della verifica della sussistenza delle condizioni di sicurezza.

Costruita e definita con un progetto unitario, fortemente voluto dal Principe Giovanni Torlonia e poi dal figlio Alessandro che nel 1832 l’aveva ereditata, interpretato dai più valenti architetti dell’epoca (per primo Giuseppe Valadier, poi Giovan Battista Caretti, Quintiliano Raimondi ed infine con Giuseppe Jappelli), la villa si presenta ancora oggi come un nucleo compatto di edifici tutti costruiti o modificati nel giro di pochi anni.  Espropriata alla famiglia Torlonia dopo anni di abbandono nel 1977 e aperta al pubblico nel 1978, la villa non ha mai perso questa forte caratterizzazione unitaria di “luogo delle meraviglie” ed ha visto già dagli anni ’90 un grande investimento dell’amministrazione capitolina per il restauro e la fruizione al pubblico di tutti i suoi edifici ed il recupero del patrimonio ambientale.

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