Raddoppiano le donne seguite dai Centri Antiviolenza di Roma Capitale: sono 691 le donne in carico alle strutture capitoline a giugno 2020, +100% rispetto all’anno precedente (346 a giugno 2019).
“Questo è un importante segnale: dobbiamo far emergere la violenza sommersa. I nostri centri sono sempre attivi H24, collegati al numero nazionale 1522 e raggiungibili anche con il nuovo servizio su WhatsApp, per offrire alle donne e ai loro bambini sostegno e percorsi personalizzati per sottrarsi alle violenze. L’impegno dedicato alle nuove strutture ha funzionato: abbiamo avviato 5 nuovi Centri Antiviolenza tra il 2018 e il 2019 e continueremo in questa direzione. Nessuna è sola”, dichiara la sindaca di Roma Virginia Raggi.
Nel dettaglio, il monitoraggio delle attività dei Centri Antiviolenza di Roma Capitale conferma il trend in crescita del numero di donne in carico alle strutture capitoline: +10% rispetto a maggio (627), mese nel quale si era già registrato un +14% rispetto ad aprile (560). Già nel 2019 si era rilevato un aumento del 57% delle donne seguite (+157 tra gennaio e dicembre), la maggioranza delle quali continua il percorso personalizzato di sostegno.
“L’investimento nelle strutture antiviolenza e nella sensibilizzazione, a partire dalla scuola, non si ferma. L’attenzione deve rimanere alta, i dati ci confermano che sempre più donne stanno portando avanti un percorso di fuoriuscita dalla violenza con le nostre strutture e come Amministrazione continuiamo ad investire con forza perché i maltrattamenti sommersi possano continuare ad emergere, sostenendo le donne e i bambini nel percorso di fuoriuscita dalla violenza. Quest’anno abbiamo inaugurato un innovativo servizio di cohousing in appartamenti, dove le donne insieme ai loro bambini possono completare in sicurezza il percorso fino alla piena riconquista dell’autonomia con il reinserimento lavorativo e sociale, e nuove strutture antiviolenza sono in cantiere con avvio previsto entro l’anno. Pensando ai giovani, abbiamo investito sul progetto ‘A Scuola di Parità’ per strutturare, nelle scuole secondarie di secondo grado, dei percorsi specifici di informazione e sensibilizzazione sulla violenza e sulla parità di genere. Il messaggio che deve arrivare è che nessuna è sola e che c’è sempre un aiuto da poter attivare per uscire dalla violenza”, dichiara l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale di Roma Capitale Veronica Mammì.
Dopo l’avvio del lockdown, che aveva visto calare sensibilmente i ‘nuovi accessi’ alle strutture, i Centri Antiviolenza registrano in questi mesi anche un consolidamento del numero delle nuove donne seguite: a giugno sono state 76 le donne che hanno fatto il loro primo accesso alle strutture o per le quali è stato avviato il percorso personalizzato di fuoriuscita dalla violenza.
Il dato di giugno si discosta di 10 unità rispetto a quello rilevato nello stesso mese dell’anno precedente (86 nuove donne seguite) e conferma un sostanziale rientro negli ordini di grandezza dei mesi di febbraio e aprile (77 nuove donne seguite), rimarcando la distanza dalla sensibile diminuzione dei nuovi accessi che era stata registrata a marzo (59 nuove donne seguite), in coincidenza con l’avvio del lockdown.
“Il +100% di donne seguite dai Centri Antiviolenza di Roma Capitale è un messaggio forte e chiaro, che va nella giusta direzione, segnando un cambio di passo importante dal 2019 al 2020. Attraverso la testimonianza delle donne che entrano in contatto con le strutture capitoline, possiamo ricavare anche una fotografia del fenomeno della violenza importante da sottolineare. Dal report del 2019 sappiamo che le vittime sono donne per la stragrande maggioranza italiane (69%), una su tre è sposata (32,3%) e circa due su tre hanno figli (61,2%). L’autore dei maltrattamenti è, quasi una volta su tre, il marito (29,8%), seguono l’ex partner (12,8%), l’ex marito (10%) e l’ex convivente (7,2%). Il report conferma che le violenze si registrano prevalentemente nei legami stabili: in un caso su quattro sono relazioni superiori agli 11 anni (26,1%), mentre solo nell’1,1% dei casi l’autore è indicato dalle donne come ‘sconosciuto’. Questi dati devono far riflettere, perché tratteggiano una violenza che dimora all’interno di relazioni stabili, matrimoni, convivenze, con figli minori che subiscono a loro volta violenza (66,2%), il più delle volte assistita (84%). Ma ci dicono anche che il coraggio di sempre più donne, supportate dalle nostre operatrici, sta facendo la differenza. Non abbassiamo la guardia, continuiamo a informare, sensibilizzare e intercettare i bisogni, anche innovando i servizi per offrire sempre maggiori opportunità di riscatto e prevenzione”, dichiara la delegata della Sindaca alle Politiche di Genere Lorenza Fruci.
RED