Roma, 30 apr. (askanews) – Ripartire dal lavoro dignitoso. È questa l’urgenza rilevata delle ACLI di Roma, in vista della Festa dei Lavoratori.
Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, infatti, si è delineata l’emersione di un’emergenza anche sociale ed economica e che esploderà ancora di più nei prossimi mesi andando oltre quella sanitaria, che è in fase decrescente.Per fare fronte a questa situazione fin da subito le Acli di Roma hanno attivato una serie di iniziative tra cui un servizio di segretariato sociale telefonico al numero 06 57087051/7028 che ha già intercettato oltre 3000 richieste di aiuto da parte di persone in difficoltà per la perdita di lavoro a causa dell’emergenza COVID19, che ha maggiormente acuito situazioni già precarie e fragili, escluse dalle forme di sostegno attivate.
Di queste 1500 sono assistite attraverso la consegna di pacchi e la redistribuzione di eccedenze alimentari in particolare frutta e verdura recuperate con la buona pratica “il cibo che serve”, circa 1000 accompagnati in percorsi di esigibilità dei diritti per ottenere contributi e sostegno in questa situazione drammatica, e altre 500 sostenute anche grazie a un lavoro di rete con organizzazioni sociali del territorio.
“Quella di quest’anno non è una giornata che ha il suono della Festa – afferma Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma e provincia – infatti, sentiamo forte il grido di dolore di chi il lavoro l’ha perso a causa di questa emergenza, avendo sempre fatto i conti con il precariato e le basse tutele e ora si trova fuori delle misure di sostegno previste, di chi invece un’occupazione non l’ha mai avuta, e che in questa occasione la vede come un lontano miraggio. Ma pensiamo anche ai lavoratori autonomi e agli artigiani che a causa del coronavirus rischiano di non poter più alzare la saracinesca delle proprie attività, tutte persone che si trovavano a galleggiare in una quotidianità problematica e che adesso rischiano seriamente di affondare”.
“Un grido e un disagio – aggiunge Borzì – al quale non possiamo essere sordi e che ci chiama a fare la nostra parte. Non è più rinviabile, per ripartire, mettere in cima alle priorità il lavoro dignitoso attraverso una vera e propria Alleanza, un Patto nel segno della sussidiarietà circolare, tra tutti i soggetti interessati a educare al lavoro, contrastare la disoccupazione, l’inoccupazione, il lavoro nero e le forme di precariato, e promuovere, quindi, il lavoro decente quale pilastro fondamentale per la tutela della dignità della persona e della cittadinanza attiva. Un responsabilità che deve essere assunta in primo luogo dai decisori politici. Solo seguendo questa via potremo ricordare la fase di ripartenza come quella della rinascita, la fase che ha visto l’Italia trasformare un’immensa difficoltà in una occasione preziosa di miglioramento”.
“In questo Primo Maggio – conclude Borzì -un pensiero speciale va tutti i lavoratori e le lavoratrici che hanno letteralmente tenuto in piedi il nostro Paese durante questi momenti così difficili, penso in primis al personale sanitario, ma anche a quello dei trasporti, e della distribuzione, agli operatori e volontari delle organizzazioni sociali e tutti coloro che Papa Francesco ha definito «i veri eroi»”.