L’ennesima nuova provincia in Sardegna

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Una spiaggia dell'isola di Budelli nell'arcipelago della Maddalena, parte della provincia Gallura Nord-Est (Fabrizio Villa/Getty Images)

Dopo anni di cancellazioni, modifiche e ripensamenti, Gallura Nord-Est completa la riforma che ha riportato l’assetto a otto enti intermedi

La presidente della Sardegna Alessandra Todde ha firmato un decreto per istituire una nuova provincia chiamata Gallura Nord-Est, creata dalla scissione della provincia di Sassari, ora diventata città metropolitana. L’istituzione del nuovo ente completa la riforma delle province sarde, che negli ultimi 20 anni sono state cancellate, ripristinate e modificate più volte fino all’assetto attuale. Ora nella regione ci sono due città metropolitane – Cagliari e Sassari – e sei province: Medio Campidano, Sulcis Iglesiente, Ogliastra, Nuoro, Oristano e appunto Gallura Nord-Est.

La Sardegna può decidere liberamente il suo assetto istituzionale perché è una regione a statuto speciale. Negli anni questa condizione ha permesso alle varie giunte di istituire province con un numero di comuni e abitanti inferiore rispetto alla maggior parte delle province italiane.

La storia delle province sarde è lunga e complicata. In seguito all’unità d’Italia ne furono istituite solo due, Cagliari e Sassari, a cui si aggiunse Nuoro nel 1927; la creazione della provincia di Oristano invece risale al 1974. Queste quattro province sono considerate quelle storiche, a cui man mano negli anni se ne sono aggiunte nuove, talvolta con nomi e confini piuttosto creativi. Nel 2001 per esempio le province sarde divennero otto, con l’istituzione di Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias.

Nel 2012 fu indetto un referendum che anticipò la riforma delle province poi approvata a livello nazionale: gli elettori decisero a grande maggioranza di abolirle, tuttavia negli anni successivi fu solo approvato un nuovo assetto. Nel 2016 le province tornarono a essere cinque con una nuova distribuzione dei comuni: fu creata la città metropolitana di Cagliari mentre rimasero le province di Oristano, Sassari e Nuoro, a cui si aggiunse una provincia chiamata Sud Sardegna.

Nel 2021 la giunta di centrodestra guidata da Christian Solinas approvò una nuova legge per ripristinare le otto vecchie province in parte cancellate nel 2012. Si opposero prima il governo di Mario Draghi e poi quello di Giorgia Meloni: nel luglio del 2024 però la Corte costituzionale ha dato ragione alla Sardegna, respingendo le istanze del governo.

Da allora la presidente Todde, eletta nel marzo del 2024, ha approvato diverse norme per ripristinare il vecchio schema istituzionale: oltre alle città metropolitane di Cagliari e Sassari, e alle province di Oristano e Nuoro, si aggiungono la provincia Gallura Nord-Est e quelle dell’Ogliastra, del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano.

Della provincia Gallura Nord-Est fanno parte 26 comuni: Aggius, Aglientu, Alà dei Sardi, Arzachena, Badesi, Berchidda, Bortigiadas, Buddusò, Budoni, Calangianus, Golfo Aranci, La Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Monti, Olbia, Oschiri, Padru, Palau, San Teodoro, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola.

Lo scorso ottobre infine la giunta ha nominato amministratori e commissari straordinari che hanno il compito di governare fino alle elezioni, non ancora fissate. A questo proposito, a marzo la commissione Autonomia del consiglio regionale della Sardegna ha approvato all’unanimità una proposta di legge che chiede l’elezione diretta dei presidenti delle province e dei consigli provinciali. Nel resto d’Italia l’elezione dei presidenti è di secondo livello: alle elezioni partecipano solo i consiglieri eletti in tutti i comuni che fanno parte della provincia con un voto ponderato a seconda della popolazione di ogni comune.

L’assessore regionale agli Enti locali, Francesco Spanedda, ha detto che la creazione di nuovi enti consente di avere maggiore coordinamenti su alcuni grandi temi come la manutenzione delle infrastrutture, la tutela dell’ambiente e l’organizzazione delle scuole. «Molte delle criticità riscontrate dai cittadini, che in genere passano per le amministrazioni comunali, in realtà richiedono una soluzione sovra comunale», ha detto. «Pensiamo alla siccità e più in generale alle questioni ambientali, così come allo spopolamento o all’approvvigionamento idrico».

Redazione Il Post

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