Negli ultimi tre anni i POS sono aumentati del 30 per cento, e le transazioni ancora di più
Negli ultimi tre anni in Italia i POS, ovvero i dispositivi per i pagamenti elettronici, sono aumentati del 30 per cento passando da 2,7 milioni a 3,5. Di conseguenza è cresciuto anche il numero di transazioni: sempre dal 2021 al 2024 sono passate da 332 a 481 miliardi di euro, di cui la maggior parte eseguite dai POS e un’altra parte da altri dispositivi come smartphone e PC. Questi dati diffusi dal Sole 24 Ore derivano da uno studio dell’osservatorio Innovative Payments del politecnico di Milano e dimostrano una cosa: che il rapporto tra gli italiani e i pagamenti elettronici è migliorato rispetto al passato.
Quello delle regole e degli incentivi a pagare con il POS è un argomento molto dibattuto in Italia, fino al 2019 uno dei paesi europei in cui le persone erano meno inclini a usare i pagamenti elettronici. Secondo uno studio della Banca Centrale Europea fatto nel 2020, nel 2019 in Italia l’82 per cento delle transazioni avveniva in contanti, contro una media europea del 68; il 58 per cento dei consumi totali era regolato in contanti, contro una media del 51.
Poi arrivò la pandemia, che impose nuove abitudini: molte più persone iniziarono a pagare online per necessità e quindi a usare meno i contanti. Oltre alla pandemia, alla fine del 2020 il governo di Giuseppe Conte introdusse il cashback, un rimborso fino a un massimo di 150 euro sulle spese effettuate nei negozi e pagate con il POS. L’obiettivo era proprio incentivare i pagamenti digitali, che nel 2021 aumentarono del 34 per cento.
Nell’estate del 2022 il governo di Mario Draghi introdusse multe per chi nega l’uso di carte: 30 euro più il 4% del valore della transazione. Fu il primo governo a riuscirci, dieci anni dopo il decreto del governo Monti che aveva previsto l’obbligo di dotarsi del POS a esercenti e professionisti. Uno dei pochi incentivi rimasti ancora attivi da quegli anni di piani creativi e costosi è la cosiddetta lotteria degli scontrini.
L’impressione però, scrive il Sole 24 Ore, è che a spingere i pagamenti digitali non siano stati tanto incentivi e sanzioni, quanto le nuove soluzioni tecnologiche e le offerte commerciali che hanno inciso sulle abitudini delle persone.
Negli ultimi anni si sono diffusi i mobile POS, cioè i dispositivi collegati alla rete mobile e trasportabili ovunque: sono un milione, il 28 per cento del totale. Sono sempre di più anche gli smart POS, cioè i dispositivi con tecnologia Android – il sistema operativo sviluppato da Google – che possono essere usati anche come registratori di cassa. L’indagine del politecnico dice che iniziano a diffondersi anche i software POS, cioè app che consentono di fare a meno dei dispositivi esterni. Al momento sono circa 150mila, ma sono destinati ad aumentare.
Tutti questi pagamenti elettronici si traducono in un calo dei pagamenti in nero e un aumento di informazioni per l’Agenzia delle Entrate. Per aumentare ulteriormente i controlli, nel gennaio del 2026 entrerà in vigore l’obbligo di collegare i POS ai registratori di cassa. Semplificando molto, in questo modo verrà unificato il flusso di informazioni in un unico passaggio.