Il governo è stato troppo ottimista sull’avvio dei cantieri del ponte sullo Stretto

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Il rendering del ponte sullo Stretto di Messina (Webuild)

Non hanno aperto nell’estate del 2024 né entro la fine dell’anno, come aveva promesso il ministro Matteo Salvini

Giovedì alla Camera il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha detto che il progetto del ponte sullo Stretto di Messina «approderà presto al Cipess e nel rispetto degli standard previsti». Il Cipess è il comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, e la sua approvazione è molto attesa dal governo perché è l’ultimo passaggio indispensabile in vista dell’apertura dei cantieri. Stavolta Salvini ha usato un avverbio – presto – senza citare date precise: in passato invece aveva promesso che i cantieri avrebbero aperto prima entro l’estate del 2024 e poi entro la fine dello stesso anno.

Il progetto del ponte per collegare la Sicilia alla Calabria è molto discusso per i costi, quasi 14 miliardi di euro, e soprattutto per l’impatto ambientale. La valutazione delle conseguenze sulle coste e sul mare dello Stretto è il motivo per cui finora le procedure sono andate avanti con una certa lentezza rispetto alle aspettative del governo.

Nell’aprile dello scorso anno la commissione Via/Vas, acronimi di valutazione di impatto ambientale e valutazione ambientale strategica, aveva già chiesto una serie di integrazioni al progetto gestito dalla società Stretto di Messina. Secondo i commissari mancava un’analisi dei costi e dei benefici dell’opera, del suo impatto ambientale, della preparazione dei cantieri e dei rischi relativi a maremoti e inondazioni. Nella documentazione non c’erano inoltre analisi sulla tutela della biodiversità e sugli effetti dell’inquinamento acustico, delle vibrazioni e dei campi elettromagnetici nell’area, e nemmeno uno studio sulle condizioni di pericolosità da maremoto.

In totale il progetto aveva ricevuto circa 280 osservazioni.

Dopo che la società aveva risposto a tutte le osservazioni, lo scorso novembre la commissione ha infine approvato il progetto con alcune prescrizioni relative all’impatto ambientale, gravoso in particolare su tre siti protetti riconosciuti a livello europeo. Per questo motivo la commissione ha chiesto alla società di studiare misure di compensazione ambientale più dettagliate e di comunicarle all’Unione Europea. Le compensazioni sono state presentate al ministero dell’Ambiente, mentre la comunicazione alla Commissione europea non è stata ancora mandata.

In merito alle competenze europee, poi, non è ancora chiaro un dettaglio importante: e cioè se la società Stretto di Messina debba solo comunicare le compensazioni in deroga oppure se la Commissione europea debba anche autorizzarle. Nel secondo caso i tempi si allungherebbero ulteriormente.

A questo punto il “presto” di cui parla il ministro Salvini in merito all’approvazione del Cipess potrebbe essere aprile oppure maggio.

La delibera di approvazione peraltro dovrà passare alla Ragioneria dello Stato e alla Corte dei Conti prima di essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, il passaggio definitivo per l’entrata in vigore. Mediamente alle delibere del Cipess servono circa due mesi per essere pubblicate in Gazzetta e quindi diventare esecutive.

Giovedì Pietro Ciucci, l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, ha detto che si prevede di iniziare i cantieri nella seconda metà del 2025. Ma ha anche specificato che l’avvio non riguarda i cantieri del ponte, bensì quelli delle opere come strade e rampe di connessione chieste dai comuni. Ciucci ha anche assicurato che il progetto del ponte sullo Stretto è stato studiato come nessun’altra opera al mondo e che è pensato per resistere a terremoti molto più forti di quelli registrati in passato in Italia.

Redazione Il Post

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