Le due donne, 27 e 25 anni, sono state denunciate per tentata truffa aggravata. Esibivano falsi certificati di invalidità, cercando di raccogliere soldi con la “truffa del sordomuto”

Si fingevano sordomute, giocando con una finta invalidità che non avevano per fare leva sulla solidarietà e sulla generosità di possibili vittime. Esibivano un finto certificato che attestava una invalidità fasulla e poi cercavano donazioni. Ma nella rete di due truffatrici venerdì scorso sono finite anche due vittime sbagliate: padre e figlio, entrambi carabinieri.

I due stavano passeggiando, insieme agli altri passanti avvicinati dalle due donne, lungo la galleria del centro commerciale di Arese. Entrambi in borghese, il padre comandante della stazione di Cesate, il figlio invece carabiniere alla stazione di Monza.

Così le due truffatrici, cittadine di origine romena di 27 e 25 anni, entrambe senza fissa dimora e con precedenti, sono state smascherate. I due militari hanno richiesto l’intervento dei colleghi che hanno denunciato le donne per truffa aggravata. Addosso avevano diversi certificati di invalidità fasulli insieme a 180 euro in contanti, probabilmente il bottino di un pomeriggio passato a truffare potenziali vittime.

La truffa dei sordi: “Non dare soldi, né firmare”

In merito alla truffa dei sordi qualche tempo fa lo stesso ENS, l’Ente Nazionale Sordi, aveva diffuso un appello per mettere in guardia i cittadini dal raggiro in seguito alle segnalazioni circolate. “Da anni circolano persone che si fingono sorde per ottenere denaro dai cittadini, per strada, sui treni, nei ristoranti e via dicendo (…). Fingono di essere sorde per raccogliere soldi e firme in strada, promuovendo petizioni che nulla hanno a che vedere con le istanze del movimento di rivendicazione e di lotta per i diritti delle persone sorde. Per convincere le persone a fidarsi mostrano spesso anche dei moduli, dei tesserini e delle raccolte firme” scrivono dall’Ens.

“Per convincere le persone, in particolare quelle più anziane, i malviventi mostrano un falso certificato che attesta la loro disabilità e nel quale si specifica che stanno raccogliendo fondi destinati all’apertura di un centro internazionale dedicato all’assistenza di persone sorde e bambini poveri. Sembra tutto regolare, anche grazie all’utilizzo di falsi moduli, in italiano e inglese, che dovrebbero certificare l’autenticità della beneficenza. In realtà le somme donate dai cittadini di buon cuore, che cadono nel raggiro, finiscono nelle tasche dei truffatori, che si appropriano anche dei dati sensibili che le vittime scrivono sui moduli, regolarmente firmati. La prima cosa da fare è non dare soldi né firmare nulla” spiegano.

“Questi fatti non solo sono danni per tutti i cittadini ma danneggiano l’ENS e la comunità sorda, da sempre impegnati in battaglie per la piena dignità del cittadino, per la sua piena inclusione sociale, emancipazione e determinazione e per l’accessibilità”.

Redazione Milano Today

 

 

 

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