Ora ci sta provando Royal Caribbean per farci arrivare le sue navi da crociera, ma l’antitrust dice che andrebbe rifatta la gara d’appalto
Sulla costa del litorale dell’Isola Sacra, nel comune di Fiumicino (che fa parte della città metropolitana di Roma), si estende per circa 800 metri quello che rimane di un molo mai completato. Era stato costruito tra il 2010 e il 2012, dopo che la regione Lazio aveva rilasciato al consorzio Iniziative Portuali Porto Romano una concessione della durata di novant’anni per costruire un porto turistico in corrispondenza della foce del Tevere. Il porto si sarebbe dovuto chiamare “Porto della Concordia”, ma il progetto non fu mai portato a termine e la società a cui era stato affidato l’appalto fallì, anche in seguito ad alcune vicende giudiziarie.
Dopo il primo tentativo la vicenda legata al porto turistico (nel frattempo sono iniziati i lavori per la costruzione di un porto commerciale, un paio di chilometri più a nord) si è trascinata avanti nel tempo fino a complicarsi notevolmente negli ultimi anni. Nel 2022 la concessione è stata comprata all’asta da Royal Caribbean, una multinazionale statunitense tra le più grandi società di crociere del mondo, che ha presentato una revisione dei progetti di costruzione del porto turistico in modo da farlo diventare anche un porto crocieristico. Le modifiche hanno ritardato ulteriormente l’avvio dei cantieri, perché il nuovo piano richiede specifiche approvazioni (tra cui quelle di impatto ambientale e paesaggistico), alcune delle quali non ci sono ancora.
Per di più, sempre a causa delle modifiche al progetto, a gennaio del 2025 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM, anche nota come antitrust) ha inviato un parere al comune di Fiumicino per segnalare il mancato rispetto di alcune regole sulla concorrenza nelle modifiche alla concessione, sostenendo che andrebbe fatta una nuova gara d’appalto. I pareri dell’antitrust hanno un valore consultivo e di per sé non sono vincolanti, anche se spesso riescono ad avere un’influenza in questo tipo di procedure.
L’attesa per il rilascio delle autorizzazioni amministrative e le recenti segnalazioni dell’antitrust complicano la vicenda e aggiungono incertezza sulla costruzione del porto di Fiumicino, ritardando per l’ennesima volta un progetto in sospeso ormai da quindici anni.
La concessione per la gestione del porto era stata messa all’asta dal tribunale di Roma nel 2021, ma sia al primo che al secondo tentativo di vendita non era stata fatta neanche un’offerta, portando così a una riduzione del prezzo. Nel 2022 Royal Caribbean era riuscita ad aggiudicarsi la concessione con un’offerta di 11 milioni e 450mila euro, garantendosi così l’esclusiva gestione del porto per la durata di 90 anni. Con il supporto del comune di Fiumicino, la società aveva presentato alla regione Lazio il piano per trasformare il progetto del porto turistico in un porto turistico-crocieristico, creando abbastanza scompiglio per via dell’opposizione di una parte di cittadini e associazioni locali.
Il nuovo progetto prevede la costruzione di oltre 700 posti barca e un molo per le navi da crociera: quelle di Royal Caribbean sono tra le più grandi del mondo, alcune sono lunghe più di 300 metri, possono ospitare 7mila passeggeri e hanno quindi bisogno di un porto adeguatamente attrezzato per poter essere ormeggiate. Sarebbe un grosso cambiamento rispetto ai piani del progetto precedente, che non prevedeva l’attracco di navi da crociera, e che metterebbe il nuovo porto di Fiumicino in diretta concorrenza col porto di Civitavecchia, poche decine di chilometri più a nord.
Nel frattempo il progetto ha ricevuto il sostegno del governo italiano, che nel 2024 lo ha inserito nella lista delle opere per il Giubileo, cioè l’anno santo per i cattolici che è iniziato alla fine del 2024, così da velocizzare l’iter di approvazione del piano e l’avvio dei lavori. I progetti legati al Giubileo beneficiano infatti di una serie di semplificazioni nelle procedure legate all’assegnazione degli appalti, oltre ad avere accesso ai fondi del PNRR.
Il nuovo porto di Fiumicino ha un costo previsto di 440 milioni di euro, pagati quasi interamente da Royal Caribbean. Il governo sostiene che faciliterà l’arrivo di turisti e pellegrini in occasione dell’anno santo. Nel programma dettagliato sono state inserite anche delle opere di riqualificazione urbana per la zona che circonda l’area.
Nonostante queste regole più favorevoli, nel 2024 il progetto del porto è stato rallentato dai lunghi tempi per il rilascio della valutazione di impatto paesaggistico da parte del ministero della Cultura e dalla richiesta della regione Lazio di approfondire la procedura di valutazione di impatto ambientale portata avanti dal ministero dell’Ambiente. L’area di costruzione del porto si trova infatti accanto alla foce del Tevere, un punto adiacente a una riserva naturale statale, quella del Litorale Romano. All’inizio del 2025 la valutazione del ministero dell’Ambiente ha stabilito che la costruzione del porto non avrà una significativa incidenza sulla riserva naturale, quella del ministero della Cultura invece non è ancora arrivata.
La costruzione del porto crocieristico è molto osteggiata da alcune associazioni e da una parte della popolazione locale. Italia Nostra, un’associazione che tra le altre cose si occupa di tutela dell’ambiente e del paesaggio, ritiene che il porto avrebbe un impatto eccessivo sull’area, in particolare dal punto di vista ambientale. Le navi da crociera sono molto inquinanti per via delle sostanze contenute nei gas di scarico espulsi dalle ciminiere (come l’anidride solforosa, che causa problemi respiratori e cardiovascolari), che aumentano notevolmente l’inquinamento dell’aria nelle aree circostanti.
Inoltre, la costruzione del porto prevede l’estrazione di 3 milioni di metri cubi di sabbia del tratto di fondale adiacente alla foce del Tevere. Sempre secondo i critici mancherebbero poi le infrastrutture per permettere a migliaia di persone di sbarcare, alloggiare e spostarsi agilmente nell’Isola Sacra, la frazione di circa 15mila abitanti dove ormeggerebbero le navi da crociera. Per tutti questi motivi molte associazioni locali si sono organizzate in un gruppo più ampio chiamato Tavoli del Porto per contestare il progetto del porto crocieristico.
L’intervento dell’antitrust complica ulteriormente la situazione. Il parere inviato il 17 gennaio dall’AGCM al comune di Fiumicino mette in dubbio parte del procedimento con cui sono stati assegnati i lavori. Secondo l’antitrust la revisione del progetto fatta da Royal Caribbean altera in modo sostanziale il tipo di infrastruttura per cui era stata rilasciata la concessione nel 2010: sia l’appaltatore che il progetto del porto sono cambiati senza che sia stata fatta una gara d’appalto aperta a tutti. Nel parere l’antitrust chiede anche che la durata della concessione sia accorciata da novanta a quarant’anni e avvisa il comune che una gestione monopolistica dell’infrastruttura da parte di Royal Caribbean porterebbe alla “decadenza della concessione”.
Come abbiamo detto prima, le segnalazioni come quella fatta dall’antitrust al comune di Fiumicino hanno una valenza consultiva e non sono vincolanti. Tuttavia molte aziende ed enti locali tendono a cercare di adeguarsi almeno in parte alle sue segnalazioni, per via del suo potere di infliggere multe e della sua autorità nel segnalare il mancato rispetto delle leggi sulla concorrenza al governo o al parlamento. In un’intervista del 22 gennaio il sindaco di Fiumicino ha confermato l’intenzione da parte del comune di ridurre la durata della concessione.