C’è la fila per diventare guida turistica

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(Getty Images)

Sono state presentate oltre 25mila domande per partecipare al primo concorso nazionale, più del doppio delle 10mila previste dal ministero

Nell’ultimo mese sono state presentate 26.700 domande per partecipare al primo concorso nazionale per diventare guida turistica, più del doppio delle stime fatte all’apertura del bando dal ministero del Turismo, che se ne attendeva circa 10mila. Il concorso nazionale era atteso da almeno cinque anni, cioè da quando l’accesso alla professione di guida turistica era stato bloccato in attesa di una riforma discussa per anni e infine approvata dal parlamento, nel 2023.

Fino al 2013 le guide turistiche si dividevano per competenza territoriale e linguistica: erano abilitate a lavorare solo in una specifica provincia e in una sola lingua straniera. Chi voleva lavorare in più province doveva superare un esame chiamato di “estensione territoriale”, mentre per lavorare con altre lingue straniere serviva passare un esame di “estensione linguistica”.

Nel 2013 intervenne la legge europea 97 che liberalizzò il settore: da allora le guide turistiche possono lavorare su tutto il territorio nazionale e negli altri paesi europei senza necessità di autorizzazioni o abilitazioni. Di fatto, l’Unione Europea ha cambiato l’approccio della professione da una formazione specifica di tipo localistico, dedicata a un solo territorio, a una visione basata sul metodo di preparazione e spiegazione che può valere ovunque.

Nel 2015 l’allora ministro della Cultura Dario Franceschini tentò di introdurre un elenco di siti archeologici e artistici in cui le guide avrebbero potuto lavorare solo con un’ulteriore specifica formazione. In questo modo Franceschini cercò di rispondere ai timori delle guide già abilitate, preoccupate per la concorrenza delle guide straniere. Tuttavia il decreto che aveva introdotto l’elenco fu bocciato dal tribunale amministrativo del Lazio perché violava la libera concorrenza.

Dopo questo passaggio a vuoto la legge italiana non fu adeguata alla legge europea e così la formazione e i concorsi continuarono a essere gestiti dalle regioni in modi molto diversi tra loro. Le guide continuarono a formarsi sulla storia e l’arte locale provinciale, ma l’esame permetteva loro di iscriversi all’elenco nazionale istituito con la legge europea, e di lavorare in tutto il territorio nazionale o nel resto d’Europa. A causa di questa situazione caotica, dal 2020 quasi tutte le regioni hanno bloccato l’accesso alla professione: da allora non sono stati più organizzati corsi o concorsi regionali.

Solo nel 2023, a dieci anni dall’approvazione della legge europea, il parlamento ha approvato le nuove regole. All’unico concorso nazionale che sarà organizzato ogni anno possono partecipare le persone con un diploma di scuola superiore (inizialmente era prevista la laurea). La partecipazione costa 10 euro. Sono previste tre prove: una scritta con 80 domande a risposta multipla da finire in 90 minuti. La seconda prova è orale, riservata a chi ha ottenuto un punteggio pari o superiore a 25 nella prima prova scritta su un massimo di 40, e prevede un colloquio per valutare la conoscenza delle materie scritte e di almeno una lingua straniera. La prova tecnico-pratica, a cui si accede con un punteggio pari o superiore a 25 nella prova orale (sempre su un massimo di 40), è una simulazione di una visita in lingua italiana e in lingua straniera su una destinazione estratta a sorte.

Le persone che supereranno tutte e tre le prove saranno iscritte all’elenco nazionale delle guide turistiche gestito dal ministero dell’Interno che è già consultabile online. L’iscrizione è già stata aperta alle guide abilitate: al momento nell’elenco sono 14mila. La piattaforma consente di accertare per ogni guida il titolo di studio, le specializzazioni, le competenze linguistiche e l’ultimo aggiornamento professionale. Tutte le guide sono obbligate a frequentare almeno 50 ore di formazione ogni tre anni. Sia le vecchie guide che quelle nuove devono avere un tesserino di riconoscimento che costa 30 euro.

Redazione Il Post

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