Mario Cerciello, concessi i domiciliari a Hjorth: andrà dalla nonna al mare

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Accolta la richiesta della difesa. Il 3 luglio gli è stata ridotta la pena. Il legale della moglie: ‘E’ sconvolta e sfiduciata’

Adodici giorni dalla decisione della Corte d’Assise di Appello che ha ridotto a 11 anni e 4 mesi la sua condanna, Gabriele Natale Hjorth, uno dei due studenti americani coinvolti nella morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ottiene gli arresti domiciliari.

I giudici della II sezione hanno, infatti, accolto una istanza presentata dai difensori disponendo la scarcerazione dell’imputato e stabilendo nell’appartamento della nonna del ragazzo, a Fregene, centro del litorale romano, il luogo dove dovrà proseguire la detenzione.

Per il condannato è stato disposto il braccialetto elettronico e il divieto di comunicare con l’esterno. Una decisione che ha provocato la forte reazione della moglie di Cerciello Rega che venne ucciso con 11 coltellate inferte da Finnegan Lee Elder, che ha visto ridursi la condanna nell’appello bis a 15 anni e due mesi, la notte del 25 e il 26 luglio del 2019 in strada a Roma.

Per bocca del suo legale, l’avvocato Massimo Ferrandino, Rosa Maria Esilio non nasconde la sua amarezza per la decisione dei giudici. “Lo sconcerto è tanto – taglia corto il legale -. Rosamaria è totalmente sconvolta dalla notizia che ha appreso. Come sua abitudine, non intende commentare, ma è pervasa da un profondo senso di sfiducia”. E ancora: “non conosciamo ancora le motivazioni che la corte ha preso per ridurre drasticamente le pene ai due americani e già uno dei due viene mandato ai domiciliari nella splendida cornice di Fregene – aggiunge il penalista -. Mario Cerciello Rega, valorosissimo servitore di Stato, è morto sotto i colpi di undici coltellate, ma evidentemente non si era inteso che i fendenti non fossero terminati il 26 luglio di cinque anni fa…Viene piuttosto voglia di pensare che ci sia ‘una Giustizia al contrario'”.

Nel processo di primo grado i due giovani americani vennero condannati all’ergastolo. Una pena poi ampiamente rivista al ribasso dopo il secondo processo di appello disposto dalla Cassazione. I giudici hanno fatto cadere le aggravanti, ammesso il rito abbreviato e questo ha portato ad una sensibile diminuzione degli anni da scontare in carcere. In particolare per Elder è arrivata anche una assoluzione, perché il fatto non costituisce reato, per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

La morte di Cerciello è legata al tentativo di recuperare uno zaino che i due americani avevano sottratto, nella zona di Trastevere, al ‘facilitatore’ dei pusher, Sergio Brugiatelli, a cui si erano rivolti perché in cerca di cocaina. Brugiatelli, dopo avere ricevuto la telefonata dei due statunitensi con la richiesta di riscatto, il classico ‘cavallo di ritorno’, aveva allertato i carabinieri. Cerciello Rega e il suo collega di pattuglia di quella notte, Andrea Varriale, dopo una trattativa intercorsa tra Brugiatelli e i due ragazzi, si recarono in borghese all’appuntamento in via Pietro Cossa. I due studenti aggredirono Cerciello e il suo collega. Elder, che aveva con sé un coltello, colpì con undici fendenti il vicebrigadiere che morì, di fatto, per shock emorragico.

Redazione Ansa

 

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