Inps, nel 2023 lavoratori domestici in calo del -7,6%: flessione per colf e badanti

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Solo un lavoratore su due è in regola, il nero nel settore è stimato al 50-60%. Prevalenza di operatori nel Nord Ovest: 162.227 operatori solo in Lombardia

Sono oltre 833 mila i lavoratori in ambito domestico in Italia. Numeri in calo rispetto al 2022, soprattutto per quanto riguarda i contribuenti, in particolare per le figure di colf e badanti. È la fotografia scattata dal report 2024 curato dall’Osservatorio dell’Inps, presentato oggi 20 giugno durante il convegno “Evoluzione del lavoro domestico in Italia: analisi e prospettive a 50 anni dal primo contratto collettivo nazionale”.

Nero nel settore stimato al 50-60%

Il decremento rispetto al 2022 è pari a -7,6% (-68.327 lavoratori), analogo a quello registrato nel 2022 rispetto ai dati 2021 (-7,3%), dopo gli incrementi registrati nel biennio 2020-2021. Questi ultimi sono dovuti a una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all’entrata in vigore del decreto Rilancio che, da giugno 2020, ha regolamentato l’emersione agevolata di rapporti di lavoro irregolari che ha riguardato soprattutto lavoratori stranieri e in particolare extracomunitari. La colpa è soprattutto del lavoro nero, spiega il presidente nazionale di Nuova Collaborazione (Nc), Alfredo Savia, a margine della presentazione dei dati Inps: “In questo settore c’è molto lavoro nero, stimato intorno al 50 – 60% del totale. Questo è un grande problema che va risolto attraverso dei provvedimenti strutturali, i decisori pubblici devono intervenire, altrimenti quei dati sulla grande occupazione in questo settore dati dal governo si rivelerebbero in controtendenza”.

Flessione per colf e badanti

Nel 2023 il numero di badanti, rispetto all’anno precedente, registra un decremento pari a -4,4%, che interessa quasi tutte le zone di provenienza. La tipologia di lavoro “Colf” nel 2023 interessa il 50,4% del totale dei lavoratori, contro il 49,6% della tipologia “Badante”, dieci anni fa la quota delle colf era decisamente maggioritaria, con il 59,2% dei lavoratori, spiega il report. La tipologia “Colf” è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, a eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale, dal Nord Africa e dall’America Centrale, in cui prevale la tipologia “Badante”.

Nord Ovest l’area con più lavoratori domestici

Nel 2023 il Nord Ovest è l’area geografica italiana che, con il 30,7%, “registra il maggior numero di lavoratori domestici, seguita dal Centro con il 27,6%, dal Nord Est con il 19,9%, dal Sud con il 12,2% e dalle Isole con l’9,6%”. Al primo posto tra le regioni per numero di colf e badanti c’è la Lombardia, con 162.227 operatori nel 2023, pari al 19,5% del totale, seguita dal Lazio (14,1%), dalla Toscana (8,8%) e dall’Emilia Romagna (8,6%). Solo in queste quattro regioni si concentra poco più della metà di lavoratori domestici presenti in Italia.

Lavoratori tra 55-59 anni i più impiegati nel domestico

Nel 2023, la classe d’età 55-59 anni è quella con la maggior frequenza tra i lavoratori domestici, con un peso pari al 18,1% del totale, mentre il 23,9% ha un’età pari o superiore ai 60 anni e solo l’1,5% ha un’età inferiore ai 25 anni. Complessivamente nel 2023 i lavoratori domestici sotto i 45 anni rappresentano il 26,6% del totale, dieci anni fa i domestici sotto i 45 anni erano quasi la metà (45,3%).

Redazione Tgcom24.Mediaset

 

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