Due sorelle hanno scovato il bottino del nonno nascosto in cantina. Banca d’Italia non permette più di convertirli in euro
Trovano un tesoro nascosto nella cantina del nonno ma ormai non vale più nulla. Due sorelle genovesi hanno recentemente scoperto 158 milioni di lire nascoste in alcune confezioni di pacchi di pasta. “Non potevo credere ai miei occhi“, ha detto una delle due all’agenzia di stampa Adnkronos. Poi la beffa: Banca d’Italia ha risposto che la somma non può più essere cambiata in euro visto che sono passati oltre dieci anni dall’entrata in vigore della nuova valuta. Se non dovessero riuscire mai cambiarli potrebbero guardare al mercato del collezionismo ma l’eventuale introito sarebbe inferiore
La scoperta del tesoro da oltre 150 milioni di lire
“Circa vent’anni fa – ha spiegato una delle due sorelle – mio nonno è venuto a mancare all’improvviso, per un ictus. E mio padre ha voluto riscattare l’appartamento. Ma non siamo più tornati a vivere lì. Lo abbiamo affittato e abbiamo messo tutte le cose del nonno in cantina“. Qualche tempo dopo è morto anche il padre delle ragazze. Nel 2023 la famiglia ha deciso di vendere quell’abitazione perciò le due sono tornate nell’appartamento per liberarlo dei vecchi ricordi. “Svuotiamo i bauli, togliamo il vino, iniziamo a fare su e giù per portare via le cose – ha detto una delle nipoti – ma a un certo punto vedo mia sorella con una espressione stranissima”. Nei pacchi di pasta la donna aveva trovato un mucchio di banconote da centomila e da cinquantamila lire tutte sistemate in confezioni da dieci milioni.
L’ammontare del tesoro è di 158 milioni di lire, divise in 1.436 banconote da 100mila e 88 da 50mila. Le due pensano di aver ricevuto un meraviglioso e inaspettato regalo, poi il colpo di scena. “Ci siamo rivolte alla Banca d’Italia per chiedere di effettuare il cambio, ma ci hanno risposto che essendo ormai trascorsi dieci anni dall’entrata in circolazione dell’euro (2002), non è più possibile”, hanno spiegato.
Le vecchie lire non possono essere più cambiate
Le due sorelle si sono rivolte a un’associazione che si occupa di tutela dei risparmiatori. “Anche se attualmente in Italia esiste una prescrizione ordinaria decennale per l’esercizio dei diritti di credito, come sostiene Bankitalia – fanno sapere dall’associazione – è altrettanto vero che il termine iniziale dei dieci anni decorre da quando il soggetto può far valere il proprio diritto (art. 2935 c.c.)”. Nel suddetto caso, “dalla data di ritrovamento delle banconote, che risale a poco tempo fa. Tra l’altro il legittimo titolare della somma è deceduto nel 2000, quindi prima che intervenisse la moneta unica europea e con il decesso del titolare del diritto si interrompe la prescrizione“.
La lettera a Mattarella
Ora le due sorelle stanno pensando anche di scrivere al presidente della Repubblica e al governatore di Bankitalia, Fabio Panetta: “Vorrei chiedere a loro e a chiunque possa avere la possibilità di fare qualcosa, di mettersi una mano sulla coscienza, perché le altre nazioni europee continuano a cambiare i soldi del vecchio conio che magari vengono ritrovati casualmente, come nel nostro caso. Come noi ci sono tante altre famiglie e per molti significherebbe poter risolvere tanti problemi. Molti nonni e molti genitori hanno risparmiato per una vita e così si vanificano anche i loro sacrifici. Io davvero mi auguro che si riesca a fare qualcosa”.
Redazione Tgcom24.Mediaset