San Marino il nuovo Portogallo, scatta la corsa per la frontiera dei pensionati italiani: ecco perché conviene

0
310 Numero visite

La piccola Repubblica di San Marino si reinventa “paradiso fiscale”. Una residenza atipica per i pensionati, sottoposti a tassazione agevolata in un “paradiso” che parla dialetto romagnolo.

La piccola Repubblica, infatti, consente per un periodo di 10 anni una tassazione al 6% per coloro che prendono residenza per la prima volta e che godono di redditi superiori a 50mila euro o un patrimonio personale superiore a 300mila euro. Sembra un’alternativa al Portogallo, meta ambita da diverse persone per godersi gli anni post lavoro con un regime di tassazione agevolato, un “paradiso” che però terminerà a partire dall’anno prossimo.

Ma intanto entra in gioco San Marino. Con l’obiettivo di attrarre centinaia nuovi pensionati all’anno. Per adesso i numeri sono piuttosto lontani: le residenze atipiche nel 2021 sono state 17, nel 2022 sono state 29 e 58 nel 2023. Ma l’asticella resta alta. Lo conferma Marco Gatti, Segretario di Stato per le finanze e il bilancio (l’equivalente del ministro italiano): «Non c’è un numero predefinito, ma c’è sicuramente la volontà anche politica di essere attrattivi per i pensionati stranieri, ovviamente a certe condizioni».

Sono proprio gli italiani quelli che guardano con più attenzione a questa opportunità. Con la fine delle agevolazioni fiscali in Portogallo, San Marino calza a pennello non solo per pagare meno tasse, ma anche per questioni di vicinanza, lingua, cucina. A concorrere con San Marino in termini di regimi di favore per pensionati ci sono la Grecia, la Tunisia e la Bulgaria.

La normativa e la “qualità”
La residenza “atipica” non può essere richiesta da tutti. Primo, bisogna essere cittadini dell’Unione Europea o provenienti dalla Svizzera. Secondo, i redditi annui non devono scendere sotto i 50mila euro, in alternativa il patrimonio immobiliare non deve scendere sotto i 300mila euro. Terzo, a proposito del patrimonio almeno un terzo di questo deve essere trasferito in una banca della Repubblica e investito in titoli di Stato o in altri strumenti finanziari. «Diciamo che l’obiettivo – spiega Gatti – è quello di attrarre pensionati, si passi il termine “di qualità”». Le porte sono aperte, dunque, ma non a tutti. In Italia, ad esempio, i redditi richiesti sono di gran lunga sopra la media nazionale.

Redazione La Stampa

 

L'informazione completa