L’appello dell’ex percettore di 59 anni: “Sono un operaio disposto a lavorare, ma nessuno mi vuole”
Firenze, 13 settembre 2023 – Luigi Filpi ha 59 anni, e dal primo di agosto non prende più il reddito di cittadinanza. E’ uno dei tanti esclusi, uno di quelli che con un sms si sono visti cancellare non solo il diritto al sussidio, ma anche quello a una vita normale. “Purtroppo non riesco a trovare lavoro. Ho provato in diversi settori” spiega con gli occhi affranti. ” Mi dicono che non hanno bisogno. Da quando non ho il reddito, non ho i soldi nemmeno per un pezzo di pane o per comprarmi una maglietta. Non ho niente, non riesco neanche a fare benzina alla macchina” lo dice con la voce piena di malinconia Luigi, ma con l’espressione di chi non ha perso la speranza. Ma quanto alla sua età sia difficile trovare un impiego è ben noto. Per lui quei 500 euro, non erano solo un trasferimento di denaro. Erano un ponte sul mondo, una mano tesa verso la dignità. Prima lavorava come carpentiere e ha preso parte alla realizzazione della prima linea della tramvia ma per dei problemi di salute ha dovuto lasciare l’impiego: “Sono sordo dall’orecchio sinistro e invalido al 36%” dice. “Una volta mentre usavo il martello pneumatico ho sentito un gran dolore anche a quello destro. Ho rischiato la rottura del timpano”.
La convalescenza la fece nel suo paese in provincia di Salerno,ma per altri problemi di salute si dovette trattenere più del previsto. Tornò a Firenze nel 2009. Ma purtroppo il lavoro non riuscì più a ritrovarlo. Si aprì un periodo duro. Dipinge quegli anni come tosti, ha il tono di chi sta raccontando le difficoltà di una vita intera. Di chi ha visto entrambe le facce della medaglia chiamata vita. Il reddito gli aveva restituito un pezzo di quella normalità perduta. Ma tolto questo, non ha più niente.
Gli è rimasta solo la sua auto vecchia di 17 anni e la baracca dove vive sopra Trespiano, priva di acqua corrente ed elettricità. Luigi, infatti ricarica il cellulare a un’edicola e d’inverno non si scalda bene, ma non perde il mordente. “Uso una bombola del gas per cucinare, ma anche questa costa – racconta – Ho provato a fare la procedura per il sussidio sostitutivo, ma l’iter è complesso e le informazioni scarseggiano. Sinceramente vorrei trovare un lavoro, crearmi un’altra volta la mia autonomia. Non voglio vivere grazie agli altri” spiega. Ad aiutarlo, per ora, ci sta provando l’amico di vecchia data Franco Ladisa, storico proprietario dell’edicola di piazza della Repubblica. Gli paga un pasto, gli da una mano come può, gli trova qualcosa da fare.
“Lo conosco da moltissimi anni – spiega – è molto bravo a fare i lavori, anche come falegname. E’ una persona molto umana. Chi lo conosce gli vuole bene. Vedergli negato un qualcosa a una persona così in difficoltà fa molto male” conclude. Luigi non vuole mollare, in faccia ha i segni della vita, ma è gentile nei modi. Quasi premuroso. Negli occhi si legge la voglia di rimettersi in gioco.