Momenti di tensione al porto di Lampedusa, dove agenti della Guardia di Finanza stanno cercando di contenere centinaia di migranti che chiedono di lasciare il molo.
Gli agenti hanno effettuato anche una carica di alleggerimento sui migranti che tentavano di sfondare il cordone.
Soccorsi e sbarchi autonomi di migranti proseguono senza sosta a Lampedusa dopo i numeri record di ieri. Nel corso della giornata ci sono stati 110 approdi per un totale di 5.112 persone. Dalla mezzanotte sono stati registrati fino ad ora altri 23 arrivi con quasi mille persone. Al momento, al molo commerciale, ci sono decine e decine di migranti, giunti con diverse imbarcazioni, tutti ammassati: sarà impossibile stabilire con quale barchino siano arrivati sull’isola. Soccorritori e forze dell’ordine sono allo stremo: sono stati segnalati altri barchini in viaggio, ma anche migranti già sbarcati sulla terraferma.
Un neonato di 5 mesi è morto dopo essere finito in acqua a Lampedusa. La tragedia è avvenuta alle 4,18 circa. Tutti i 46 migranti sono stati recuperati, così come è stato ripescato il cadavere del piccino. La salma è stata portata alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana, mentre la mamma del neonato si trova all’hotspot di contrada Imbriacola. La polizia ha chiesto, per la donna, un supporto psicologico. Della ricostruzione del caso si occupa la Capitaneria di porto.
La tragedia che ha fatto perdere la vita al neonato non si è verificata al momento dello sbarco a Lampedusa, ma poco prima dell’arrivo dei soccorsi da parte della motovedetta Cp290 della Guardia costiera, fuori dal porto della maggiore isola delle Pelagie. La barca con i migranti – è stato poi ricostruito dagli investigatori – si è rovesciata durante la navigazione, poco prima dell’arrivo dei militari della Capitaneria che hanno salvato tutte le persone finite in acqua, tranne il piccolo di 5 mesi
Un neonato annega durante lo sbarco sull’isola
Un neonato di 5 mesi è morto dopo essere finito in acqua al momento dello sbarco a Lampedusa. La tragedia è avvenuta alle 4,18 circa, durante le caotiche operazioni di approdo dei 46 migranti soccorsi dalla motovedetta della Guardia costiera, quando più persone sono finite in acqua. Tutte sono state recuperate, così come anche il cadavere del piccino. La salma è stata portata alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana, mentre la mamma del neonato si trova all’hotspot di contrada Imbriacola. La polizia ha chiesto, per la donna, un supporto psicologico. Della ricostruzione del caso si occupa la Capitaneria di porto.
La mamma del neonato morto prima dello sbarco a Lampedusa è originaria della Guinea. E’ una minorenne che viaggiava, assieme ad altre 45 persone, su un natante salpato da Sfax, con la sorella, il cognato e il nipotino. La carretta, secondo quanto è stato ricostruito da Capitaneria di porto e polizia, si è ribaltata perché i migranti, alla vista della motovedetta della Guardia costiera, si sono spostati quasi tutti su una fiancata. I poliziotti in servizio all’hotspot di contrada Imbriacola, assieme alle psicologhe del centro, stanno adesso valutando se sia più opportuno trasferire la donna e i suoi familiari con un aereo o con il traghetto di linea affinché restino in provincia di Agrigento e siano presenti quando la salma del piccolo, al momento sotto sequestro, verrà trasferita a Porto Empedocle.
Sull’isola presenti più di 6.700 persone, trasferimenti al via
Sono 6.792 i migranti presenti sull’isola di Lampedusa. La maggior parte si trova all’hotspot di contrada Imbriacola, ma più gruppi sono in attesa in vari punti dell’isola, soprattutto sui moli. La Prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento, entro le 13, di 880 persone: 700 verranno imbarcate sul traghetto di linea che giungerà in serata a Porto Empedocle e 180 partiranno con un volo Oim. La polizia, fra poco, inizierà a scortare i vari gruppi al porto e all’aeroporto.
Metsola: ‘Le soluzioni non possono essere nazionali, ma europee’
“Le soluzioni non possono essere sul piano nazionale ma solo a livello europeo. Penso che non ci siano altre opzioni se non concludere il patto sulla migrazione, i cittadini di tutti i paesi dell’Ue ci hanno chiesto di trovare delle soluzioni”. Così la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, rispondendo ad una domanda sullo stop agli ingressi dall’Italia da parte di Germania e Francia, durante un punto stampa prima dell’inizio in aula del discorso sullo Stato dell’Unione. “A dieci anni di distanza dalla tragedia di Lampedusa non abbiamo ancora fatto abbastanza”, ha concluso Metsola.
L’ex sindaco di Lampedusa: “Il governo Meloni ha imposto il silenzio stampa su di noi”
“Da alcuni giorni, e soprattutto nelle ultime ore, Lampedusa sta vivendo un’emergenza umanitaria che ha pochi precedenti ma evidentemente il governo Meloni ha tentato di imporre il ‘silenzio stampa’“. Lo dice Totò Martello, capogruppo del Pd al consiglio comunale ed ex sindaco di Lampedusa e Linosa. “Quando il tema dei migranti serviva alla propaganda della campagna elettorale della destra – aggiunge Martello – per alimentare odio e paura tra gli italiani, qui ogni giorno c’erano decine di giornalisti di testate fedeli all’ideologia ‘meloniana’ e ‘salviniana’ pronti a ‘raccontare l’invasione’ anche quando ad arrivare era solo un barchino. Adesso che ci sono più di 6.000 migranti, cioè tanti quanti sono i cittadini dell’isola, si incontrano molti giornalisti stranieri mentre quelli italiani sono una minoranza”. “Capisco l’imbarazzo della signora Meloni che aveva fatto della ‘spudorata idiozia del blocco navale’ il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale, ma – osserva Martello – non è certo tentando di nascondere le notizie sotto il tappeto che un Paese come l’Italia può pensare di affrontare una simile emergenza umanitaria. Lo ripeto da tempo servono regole condivise a livello internazionale non per ‘fermare i migranti’ ma per gestire i flussi migratori in maniera ordinata regolare e sicura: basterebbe ispirarsi ai principi del ‘Global compact for migration’, il documento delle Nazioni Unite che proprio questa destra si è sempre rifiutata di firmare. Invece il governo Meloni sta cinicamente abbandonando al loro destino migliaia di persone, perché è bene ricordare che si tratta di persone e non di numeri. Ed al tempo stesso – chiosa – sta abbandonando Lampedusa a sé stessa, grazie anche all’incapacità di chi la amministra e non è in grado di fare rispettare l’isola e la sua cittadinanza”.
Una famiglia salva 13 migranti, il loro barchino si era schiantato sugli scogli
Il presidente dell’Associazione per i diritti degli anziani (Ada) di Lampedusa, Giorgio Lazzara, ha salvato ieri sera 13 migranti che rischiavano di affogare nelle acque antistanti alla Tabaccara. “Ero in barca con mia moglie e mia figlia davanti la Tabaccara – ha raccontato Lazzara – intorno alle 19, quando abbiamo visto un barchino, carico di migranti, che s’è schiantato contro gli scogli. Il natante è subito affondato e tanti migranti, finiti in acqua, chiedevano aiuto. Sono intervenuto subito e con mia moglie abbiamo issato a bordo 13 persone e abbiamo chiamato la Capitaneria di porto. Abbiamo, fra i 13, soccorso due donne e una bambina. La Guardia costiera ha poi ultimato le operazioni di salvataggio degli altri migranti e noi siamo rimasti in rada fino a dopo le ore 20”. (Ansa)