Aumentano i prezzi delle case, diminuiscono le compravendite

I volumi in calo per il terzo trimestre consecutivo

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Nel secondo trimestre l’indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, aumenta del 2,0% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% nei confronti dello stesso periodo del 2022.

Lo indica l’Istat, sulla base delle stime preliminari. Prosegue, sottolinea l’Istituto, “la fase di rallentamento della dinamica tendenziale dei prezzi delle abitazioni, scesa allo 0,7%, dal +5,2% del secondo trimestre del 2022. La nuova decelerazione risente essenzialmente del rallentamento dei prezzi delle abitazioni nuove, il cui tasso di crescita si attesta allo 0,5%”. Il rallentamento su base annua dei prezzi delle abitazioni, nel secondo trimestre del 2023, si manifesta “in un contesto di nuovo calo – il terzo consecutivo – dei volumi di compravendita degli immobili residenziali”. Si attesta a -16,0% la flessione annua registrata dall’Osservatorio del Mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate per il settore residenziale, dopo il -8,3% del trimestre precedente. Lo sottolinea l’Istat, diffondendo i dati provvisori sui prezzi delle abitazioni nel secondo trimestre.

Nello specifico, l’aumento su base annua dei prezzi delle abitazioni nel secondo trimestre (+0,7%) è attribuibile sia ai prezzi delle abitazioni nuove, cresciuti dello 0,5% su base annua, in forte rallentamento rispetto al trimestre precedente (era +5,3%), sia a quelli delle abitazioni esistenti, che salgono dello 0,8% (in lieve accelerazione dal +0,3% del primo trimestre), indica ancora l’Istat. Anche rispetto al trimestre precedente, la crescita (+2,0%) è imputabile sia ai prezzi delle abitazioni nuove sia a quelli delle esistenti, in aumento rispettivamente del 2,0% e dell’1,9%. Il tasso di variazione acquisito dell’Ipab per il 2023 è pari a +1,4% (+3,8% per le abitazioni nuove e +0,9% per quelle esistenti).

Unc: tassi proibitivi, effetto Bce sulle compravendite

“Effetto Bce! I continui rialzi dei tassi di riferimento della Bce hanno avuto come effetto quello di far decollare i tassi sui mutui. Il costo dei finanziamenti, diventando proibitivo per molte famiglie, ha prodotto come conseguenza una riduzione dei volumi di compravendita, in calo del 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il calo della domanda produrrà presto un calo dei prezzi delle abitazioni, per ora solo in forte rallentamento”. Lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori a commento dei dati diffusi oggi dall’Istat spiegando che ci saranno “conseguenze negative anche sulla crescita, come dimostra l’ultimo dato Istat sul Pil”. “Se la spesa per abitazioni non fosse scesa nel secondo trimestre del 3,4% sul trimestre precedente ma fosse rimasta allo stesso livello – afferma Dona – il Pil nel secondo trimestre 2023 sarebbe sceso su base congiunturale solo dello 0,2% e non dello 0,4% come invece si è verificato”. (Ansa)

 

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