Ucciso a calci e pugni in ascensore: Lorenzo doveva incontrare una donna, ha sbagliato casa

Lorenzo Nardelli avrebbe perso la vita per un tragico errore

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Ucciso per un errore. Quella maledetta sera del 9 agosto, infatti, Lorenzo Nardelli avrebbe dovuto incontrare una donna, ma imboccò la scala sbagliata del condominio di rampa di Cavalcavia.

Invece di entrare nella casa della donna con cui aveva un appuntamento, si ritrovò nel pianerottolo “parallelo”, dove si affacciava la casa dei cugini Radu e Marin Rusu che (per un altro terribile caso del destino) avevano lasciato la porta socchiusa. I due operai di origine moldava, all’interno, erano già alticci. E quando si trovarono davanti l’intruso lo hanno picchiato fino a strappagli l’anima.

Ucciso per aver sbagliato scala
Doveva incontrare una donna, probabilmente una escort, ma ha sbagliato porta e si è ritrovato davanti due cugini moldavi che l’hanno ucciso a calci e pugni. Continuano senza sosta le indagini da parte degli inquirenti per risolvere l’omicidio dell’ascensore avvolto, finora, dal mistero

La ricostruzione sarebbe emersa dall’analisi dei tabulati telefonici dei cellulari dei moldavi, Radu e Marin Rasu, rispettivamente 32 e 35 anni, e del giovane che abitava a Santa Maria di Sala e che ha permesso di stabilire che Lorenzo non era lì per rubare, come pensavano i due presunti killer, e che, soprattutto, non conosceva i suoi assassini.

Quindi questi non gli hanno teso una trappola come invece ha sostenuto in sede di convalida d’arresto il gip Scaramuzza.

Il tragico errore

La vittima, come si legge dagli atti depositati in Procura, secondo quanto ricostruito dagli uomini della Squadra mobile di Venezia, pare avesse un appuntamento nel palazzo di via Rampa Cavalcavia dove poi è stato ucciso. Solo che invece di imboccare la “scala A”, una volta entrato nell’edificio, è salito lungo la “scala B”.

L’appartamento della ragazza si trova, infatti, esattamente sullo stesso piano, al terzo, nella stessa posizione, ma ai lati opposti di quella dei due cugini moldavi, a cui, per una tragica casualità, Lorenzo si è avvicinato dopo aver notato che la porta era aperta, forse lasciata socchiusa per una dimenticanza.

È entrato pensando di incontrare la donna e invece ha trovato i due uomini, che stavano cenando. Il 32enne se ne è andato ma è stato inseguito dai due, che, scambiandolo per un ladro, lo hanno raggiunto nei pressi dell’ascensore, all’interno del quale lo hanno pestato a sangue uccidendolo.

«Questa notizia è sconvolgente – ha commentato l’avvocato dei cugini, Giorgio Pietramala – ridimensiona completamente la posizione dei nostri clienti. Riteniamo che non si possa più parlare di omicidio volontario, eventualmente di eccesso di legittima difesa». Tuttavia, per la Procura resta l’accusa di omicidio volontario.

 

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