Un un’intervista a Qn l’ex presidente dell’Inps dice: “Hanno ribaltato tutta la responsabilità sui Comuni e i servizi sociali, come se potessero salvare chi rimane senza aiuto. Invece dovrebbero prorogare gli strumenti esistenti”
“La sostanza è quella di aver fatto recapitare 160 mila messaggi per annunciare la decadenza del reddito di cittadinanza. Che era cosa nota. Anche se non lo erano le modalità e l’ineleganza. Ma soprattutto la sostanza è il fatto di non essere pronti sulle annunciate alternative. Da qui a gennaio decadranno in tutto 600 mila persone occupabili e a oggi non ci sono gli strumenti di politica attiva del lavoro e la piattaforma che dovrebbe sostituire il reddito. Parliamo di persone che da un giorno all’altro rimangono senza sussidi”. Lo dice, in un’intervista a Qn, Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps. “Hanno ribaltato tutta la responsabilità sui Comuni e i servizi sociali, come se potessero salvare chi rimane senza aiuto. Invece dovrebbero prorogare gli strumenti esistenti”, aggiunge Tridico. “C’è un assegno d’inclusione che proseguirà per i non occupabili: disabili, minori e anziani. Come se i poveri fossero solo questi – sottolinea l’ex presidente -.
D’altra parte nel nostro Paese abbiamo già assegni sociali per anziani e minori e pensioni di invalidità. Se si ritiene che siano misure insufficienti, possono essere aumentate. Ma non possiamo pensare che esistano solo quelle categorie di poveri e che nel Mezzogiorno ci siano persone che vivono nel bengodi e non vogliono lavorare”. “Io non sono un politico. Sono un professore universitario che ha fatto il tecnico al servizio del Paese. La mia critica ogni volta dà fastidio quando si tratta di politiche del welfare, ma riguarda unicamente quelle. Piuttosto però che rispondere nel merito, mi vorrebbero perseguire attraverso un’inchiesta ad personam – afferma Tridico – che non ha né capo né coda”. Gli viene chiesto se considera “ad personam” la commissione di inchiesta parlamentare che propone la maggioranza.
“Io innanzitutto non ho nulla da temere. Sono stato l’unico in Inps a creare una direzione antifrode, che ha contribuito a stanare furbetti di ogni tipo, dai falsi invalidi al reddito di cittadinanza”, risponde.