di Antonio Pio Guerra
ANCONA – Una raccomandata mai ricevuta. Tanto è bastato ad Alberto Montenovi, 69 anni, di Ancona, per vedersi minacciata la revoca della pensione di invalidità. La storia è degli ultimi mesi del 2022. A novembre dello scorso anno Montenovi si sarebbe dovuto sottoporre alla visita di una commissione medica per vedersi confermata la sua invalidità al 100%, già diagnosticata un anno prima e frutto di una laringectomia che dal 2017 gli impedisce di respirare, mangiare e parlare come prima.
L’intoppo
Un esame di routine: al massimo una scocciatura figlia della burocrazia. A quella visita, però, Alberto non si è mai presentato. E non certo per causa sua. «Che motivo avrei avuto per non andarci? Non serve avvitare una carrozzella per dimostrare che non parlo» si chiede, raccontando la sua storia. Di quella convocazione, infatti, Alberto non sapeva nulla. Nella sua cassetta della posta non è mai arrivata la lettera raccomandata con cui l’Inps avrebbe dovuto annunciargli i dettagli della visita.
A dirlo non è solo Montenovi ma anche l’Inps, nei cui registri quella raccomandata risulta mai consegnata. «L’hanno saputo il 2 novembre. Già allora la ricevuta di mancata consegna della lettera era arrivata nei loro uffici» dice. Che si domanda: «In venti giorni non avrebbero fatto in tempo a mandarmi un’altra convocazione?». Poi il silenzio fino a qualche settimana fa, quando nella cassetta Montenovi non ha trovato una convocazione ma l’annuncio che entro novanta giorni gli sarebbe stata sospesa la pensione di invalidità qualora non avesse giustificato la sua mancata comparsa davanti alla commissione medica. «Giustificazioni che ho prontamente addotto» spiega Montenovi. Eppure, dall’Istituto di Previdenza hanno fatto muro ed ora, stando alle ultime comunicazioni, il rischio è che entro fine febbraio l’erogazione del sussidio venga interrotta. Ma non solo. «Il sindacato cui mi sono rivolto mi ha anche detto che probabilmente l’Inps mi avrebbe chiesto la restituzione degli ultimi tre mesi di pensione» rivela Montenovi. Oltre il danno, la beffa. «Visto il periodo, perdere i quasi trecento euro della pensione di invalidità sarebbe un duro colpo per me» ci tiene a sottolineare il Montenovi, ora pensionato ma fino al 2019 bidello in una scuola privata. “Ma ha provato a contattare l’Inps?” gli chiediamo. «Sì, senza risultati» risponde.
La svolta
L’Inps, allora, abbiamo provato a contattarla noi. E raccontato loro della disperazione dell’uomo, cui perfino il sindacato aveva sconsigliato di rivolgersi ad un avvocato viste le scarse possibilità di successo in un eventuale causa, l’Istituto di Previdenza ha deciso di approfondire la questione. «Molto probabilmente riusciremo a sentire il medico che segue il signor Montenovi ed a predisporre una nuova visita» dice un alto funzionario della sede Inps di Ancona. Non è ancora detta l’ultima parola.