To. Crozza ironizza su Augusta Montaruli: “Il manuale hot nei rimborsi, solo attività istituzionale?”

Nel mirino di “Fratelli di Crozza” per il processo Rimborsopoli

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di Marco Drogo

C’è anche la torinese Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia tra i personaggi citati da Maurizio Crozza nell’ultima puntata di Fratelli di Crozza, andata in onda venerdì 11 novembre. Il comico genovese aveva iniziato il suo programma di satira imitando la premier Giorgia Meloni. “La caduta del Muro di Berlino segna la fine dei totalitarismi. Il comunismo ha rovinato l’Italia, contraddistinto per la Marcia su Sassari delle feroci truppe di Occhetto, da cui nasce quell’atroce sigla SS, ovvero Sassari. Veltroni si è messo d’accordo con quel pazzo con i baffetti, un tale D’Alema”.

Dopo aver imitato l’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi “La Francia ci ha fatto notare che sulle OGN c’erano i migranti e non dei container. Così abbiamo fatto scendere tutto il carico residuale“, Crozza ha lanciato una stoccata, rivolgendosi proprio a Montaruli,  nuova sottosegretaria del governo Meloni con delega all’Università e ricerca.

“Ma perché non adottare la politica dello sbarco selettivo anche per la nomina di governo? Pensiamo ad Augusta Montaruli, oggi Sottosegretaria e che ha una condanna in Appello a 19 mesi per dei rimborsi”, ha detto.

Crozza ha fatto riferimento al processo “Rimborsopoli” della procura di Torino dove venne accusata dalla Guardia di Finanza di aver intascato una serie di rimborsi ritenuti illegittimi, che non erano attinenti con l’attività di consigliere regionale.

Al termine dell’inchiesta, la procura di Torino ha contestato a Montaruli spese per 41.552 euro nel solo periodo che va dal giugno 2010 al settembre 2012. I rimborsi richiesti riguardavano ristoranti, bar e simili per 20mila euro, acquisti in negozi di abbigliamento e gioiellerie per mille euro, ma anche un corso per l’uso dei social network da 4.800, spese per la creazione di database per 7.200 euro e monitoraggio della reputazione online per 6mila. In più, sono spuntate anche spese per abbigliamento, come una borsa Borbonese da 195 euro, due cristalli Swarovski da 168 euro e da 86 euro e una cintura di una boutique torinese.

Montaruli ha giustificato la borsa come premio per un concorso contro la violenza sulle donne, mentre i cristalli e la cintura le sarebbero stati assegnati su sorteggio nel corso di un incontro elettorale nel periodo natalizio nell’ufficio di Barriera di Milano.

“In materia di rimborsi, di cui non sapevo nulla perché ero alla prima legislatura, mi sono attenuta al regolamento – la difesa Montaruli -. Riponevo la massima fiducia nelle persone preposte al controllo, gente di esperienza più vasta della mia: il capogruppo, per esempio, veniva da diverse legislature”. Il tribunale le crede e la assolve per la maggior parte delle accuse.

In appello, i pm  avevano rilanciato le loro accuse e la Corte d’appello ha dato una valutazione diversa dal tribunale: così Montaruli è stata condannata per peculato per aver chiesto e ottenuto rimborsi spese per un totale di 25mila euro circa. Nel novembre 2019 la Cassazione conferma l’impianto delle accuse, fatta eccezione per un dettaglio minore, ragione per cui ha ordinato un secondo processo in corte d’appello che il 14 dicembre 2021 ha confermato la condanna a un anno e sette mesi. Ora Montaruli aspetta di nuovo la Cassazione.

Crozza ha ironizzato in particolare su una spesa istituzionale, il manuale “Sexploration” L’esperienza del sesso che fa divertire le coppie stanche e annoiate. Edizione Mondadori, allegate istruzioni per l’uso, che era stata messa sul conto della Regione per farsela pagare con soldi pubblici. “Il manuale hot nei rimborsi, attività istituzionale?”.

 

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