Milano: A Sguardi altrove il doc “Che fine hanno fatto i sogni?” vince una menzione speciale dal SNGCI

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IL DOCUMENTARIO DI PATRIZIA FREGONESE DE FILIPPO RICEVE UNA MENZIONE SPECIALE DAL SNGCI

 

Al Festival Sguardi Altrove, il documentario Che fine hanno fatto i sogni? di Patrizia Fregonese de Filippo ha ricevuto la Menzione Speciale dal SNGCI (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani) con la seguente motivazione comunicata dalla loro  Presidente Laura Delli Colli: Che fine hanno fatto i sogni? è un documentario molto particolare perchè diventa un’inchiesta tra i giovani, anche quelli più attivisti impegnati mezzo secolo fa e le nuove generazioni che hanno uno sguardo completamente diverso. Questo documentario si rivela uno specchio della realtà ma anche un viaggio tra desideri svaniti e/o profondamente cambiati. Si possono vedere nel film numerose testimonianze di chi lottava allora per i propri desideri che erano desideri collettivi, situazioni che noi della nostra generazione abbiamo vissuto e che oggi sono profondamente diversi da quelli che sono sogni e bisogni dei giovani di oggi. Un tempo c’erano i comizi d’amore, c’era Pasolini, oggi ci sono tre registi che hanno lavorato insieme in un progetto che si chiama Futura ma che è un po’ sulla stessa lunghezza d’onda del documentario di Patrizia Fregonese de Filippo, ma forse quest’ultimo ha quel sapore un po’ più militante perchè credo che i suoi sogni siano come quelli raccontati, con grande lucidità, dai protagonisti del suo film”.

Nel cast del documentario: Liliana Cavani, Massimiliano Fuksas, Linda Laura Sabbadini, Nino Russo, Giorgio Braschi, Maria Mancuso, Alice Cerruti e tanti giovani.

Il film racconta quanto siano cambiati i sogni dei giovani d’oggi. Oltre 50 anni dopo la famosa frase di Martin Luther King che proclamò: “Io ho un sogno”, che cosa è cambiato? Dal sogno collettivo, le lotte per i diritti umani, quando tutto sembrava possibile, all’individualismo più sfrenato. Si ripete continuamente che oggi, le generazioni più giovani non hanno ideali, ma è davvero così?

Nel film si susseguono una serie di interviste che alternano più giovani a personaggi e “outsider” del ’68, come la grande regista Liliana Cavani, “l’archi-star” Massimiliano Fuksas, l’attivista sessantottino Giorgio Braschi, o la statistica di fama internazionale Linda Laura Sabbadini. Emergono aspetti anche divertenti e uno specchio della realtà che si connette ai nostri sentimenti, ai desideri e all’epoca che stiamo vivendo. Cosa abbiamo perso? E soprattutto, siamo ancora capaci di sognare?

 

NOTE DI PATRIZIA FREGONESE DE FILIPPO

“Che fine hanno fatto i sogni? nasce dalla scoperta dei Cosplayers, giovani che si travestono come gli eroi dei fumetti, dei cartoni animati e non solo. Mi sono trovata un giorno davanti tantissimi giovani mascherati, ma non era Carnevale… Dopo un primo momento di pregiudizi e stupore, ho indagato. Ho parlato con un professore di Sociologia all’Università che conosceva il fenomeno: la sua assistente era una Cosplayer.  Su un report ISTAT lessi che si evidenzia un grande malessere, soprattutto nei giovani – non ora per la pandemia -molto prima. Paura del futuro, ansia, mancanza di identità e di riferimenti, figure chiave e rappresentative. Sentivo anch’io questo straniamento. Ho pensato al ’68, ai suoi sogni e alle sue lotte e mi sono chiesta: ma che fine hanno fatto tutti quei sogni? Dal sogno collettivo siamo passati a piccoli sogni individualisti? Siamo ancora capaci di sognare? Ho intervistato molti giovani, fra cui dei Cosplayers e alcuni dei nostri grandi: la regista Liliana Cavani, l’ ’’Archi-star” Massimiliano Fuksas, che ha fatto il ’68 attivamente, la statistica Linda Laura Sabbadini, un autore come Nino Russo, che portò il Teatro sperimentale di Carmelo Bene a Napoli. Ho chiesto quali erano i loro sogni: ne scaturisce evidente la differenza. C’è poca memoria di quello che sono stati quegli anni e delle grandi battaglie che sono state fatte. Le ragazze non sanno niente o quasi del femminismo, delle battaglie per l’aborto e danno tutto per scontato. Dobbiamo raccontare. Cosa è cambiato da quando un uomo nel 1963 disse: ‘Io ho un sogno’? Cosa abbiamo perso? Questa non è un’indagine, non dà risposte, ma, partendo dalla scoperta di uno strano mondo apparentemente superficiale, puerile e bizzarro –  così è apparso ai miei occhi in un primo momento –  scopriamo invece che nasconde pulsioni e sogni che rappresentano e rispecchiano alcune realtà di oggi. Emergono aspetti, differenze e similitudini e uno specchio della realtà, con un andamento giocoso ma non superficiale, perché si connette ai nostri sentimenti, ai desideri, al futuro, alle paure e all’epoca che stiamo vivendo. I giovani non hanno più eroi in cui credere né grandi personaggi da stimare. Dipende da noi, da questa società “liquida”’, forse troppo liquida. Diamogli un po’ di sostanza! Ci permetterà di continuare a sognare, perché senza sogni non si può vivere”.

(Patrizia Fregonese de Filippo)

 

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