CINEMA – Il nuovo film di Andrea Mastrovito “I Am Not Legend”, riadattamento de “La notte dei morti viventi”

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Dopo il successo di NYsferatu – Symphony Of A Century – il riadattamento animato del capolavoro di Friedrich Wilhelm Murnau Nosferatu (1922), con cui Andrea Mastrovito ha esordito al cinema nel 2017 – l’artista torna alla regia con il suo secondo film I Am Not Legend, che sarà presentato il 30 ottobre alle ore 11.00 presso la nuova edizione dell’Asylum Fantastic Fest.

Tratto dal film di culto La notte dei morti viventi di George Romero (1968), I Am Not Legend rielabora la celebre pellicola, intervenendo direttamente sulle immagini originali della stessa, e stravolgendola completamente. L’artista, infatti, lavora su oltre centomila tavole, ottenute stampando in dimensione A4 tutti i fotogrammi del film di Romero, e cancellando le figure degli zombie con della pittura bianca da ogni singolo foglio. Le tavole, digitalizzate e rimontate in un secondo momento, seguono la nuova sceneggiatura scritta dallo stesso Mastrovito, composta da citazioni tratte da un centinaio di celebri film, romanzi e canzoni.

Ancora una volta, il cinema è lo strumento con cui l’autore indaga il tema dell’identità e del rapporto con l’altro, centrali in tutta la sua produzione artistica.

I Am Not Legend, infatti, è un vero e proprio “sequel” ideale del suo primo film. Mastrovito approfondisce, con l’introduzione di una nuova tecnica di animazione, la sua pratica in cui immaginari e opere del passato cambiano contesto e vengono utilizzati come metafora e parabola della perdita d’identità e di memoria storica del nostro tempo.

L’immaginario di riferimento, come di consueto per l’artista, spazia dalla letteratura di Italo Calvino e Primo Levi alla storia del cinema da Apocalypse Now (Francis Ford Coppola, 1979) a Joker (Todd Phillips, 2019), passando attraverso la musica di Beatles, Muse e R.E.M. (solo per citarne qualcuno), per trasmettere i tanti livelli che il film vuole restituire, dalla filosofia alla cultura pop.

Un ruolo fondamentale, poi, è giocato certamente dalla musica – centrale nell’edificazione estetica e nell’incedere narrativo – grazie al sofisticato lavoro del compositore irlandese Matthew Nolan e Stephen Shannon, autori della colonna sonora, e a quello di Maurizio Guarini, musicista dei Goblin, autore delle musiche di apertura e chiusura del film

 

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