Venezia78: 8 settembre ore 19:30 Pappo e Bucco di Antonio Losito con Massimo Dapporto vince il Social World Film Festival

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Dopo il grande successo ottenuto lo scorso anno con la presentazione ufficiale alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il cortometraggio “Pappo e Bucco” scritto e diretto da Antonio Losito ed interpretato da Massimo Dapporto e Augusto Zucchi, sbarca quest’anno nuovamente in Laguna per ricevere il Premio Città del Cortometraggio conferitogli dal Social World Film Festival.

La premiazione si terrà durante la 78a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia mercoledì 8 settembre alle ore 19:30 presso lo spazio Hollywood Celebrities Lounge.

La pellicola, prodotta da Gemini Movie e distribuita da Siberia Distribution, racconta la storia di Elia ed Aldo, due ex clown. I due vivono insieme da anni, isolati da tutto e da tutti. Aldo chiede da tempo ad Elia di aiutarlo a smettere di soffrire a causa della sua malattia. Elia cerca in tutti i modi di dissuaderlo, fino a quando si rende conto che la situazione è più grave di quel che pensa…

Un’iperbole dolce-amara sull’amore e sulla vita e che pone importanti interrogativi su una tematica al centro del dibattitto socio-culturale come l’eutanasia.

 

NOTE DI REGIA

Il cortometraggio Pappo e Bucco nasce un po’ per caso. Il mondo del circo e, in particolare, quello della figura del clown, mi ha sempre affascinato. Ho sempre trovato malinconica questa figura e quando ho pensato di scrivere qualcosa sui clowns, la storia ha inevitabilmente preso la strada del dramma…

La sceneggiatura si è praticamente scritta da sola, i personaggi hanno preso immediatamente vita nel mio immaginario. Elia ed Aldo sono due facce di una stessa medaglia. Dopo aver passato una vita assieme sulla scena, circondati dal frastuono dello spettacolo, si ritrovano a vivere isolati e nel silenzio più assoluto.

Mi piace definire questo film come una storia d’amore. Amore per la vita. I due si troveranno a dover portare in scena il loro ultimo spettacolo: la fine”.

 (Antonio Losito)

 

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