La pandemia e la chiusura hanno esposto tutti a una prolungata solitudine e a notevoli carenze affettive. Per le donne è stata l’occasione per sperimentare di più autonomamente e difatti si è potuto assistere a un boom di vendite di vibratori. Perché sì, anche se se ne parla poco la masturbazione non riguarda solo gli uomini.
di Giusy Dente
La pandemia ha inciso moltissimo sulla quotidianità e sulle abitudini sociali di tutti, impossibilitati a incontrare amici, parenti, partner. Le mancanze affettive subite in questi mesi non sono da trascurare: sono un dato di fatto, soprattutto per i single. Certo, per le coppie non è andata meglio, visto che un altro risvolto della chiusura è stato il boom di divorzi in Italia, causati proprio da una convivenza continua divenuta intollerabile o da infedeltà virtuali che sempre a causa della permanenza costante in casa sono diventate più difficili da nascondere. Ma tornando ai single: questi ultimi hanno visto venir meno le loro possibilità di incontrare gente nuova, compreso un partner (non necessariamente per una relazione esclusiva). In questo senso, l’intimità è diventata problematica, per una questione strettamente legata alla propria sicurezza e alla propria salute. Non a caso, uno dei termini con cui abbiamo dovuto imparare a familiarizzare è stato “congiunti”: data la difficoltà di inquadrare persino i parenti in questa categoria, appare chiaro quanto fosse impossibile trovare una collocazione per i partner occasionali. Un po’ per la solitudine, un po’ per il prolungato tempo trascorso nell’intimità della propria abitazione, la masturbazione è diventata un’opzione da approfondire.
Aumentano le vendite di vibratori
Che si tratti di sexting di coppia o di masturbazione, i sex toys sono diventati grandi protagonisti delle lunghe giornate in tempo di Covid, senza alcun altro tipo di svago fuori casa. Le aziende del settore, infatti, hanno potuto notare un incremento di richieste in quest’ultimo anno, strettamente collegato alle restrizioni della nuova vita al tempo del Covid. Tra l’altro, considerata la ancora forte inibizione che si avverte nell’acquistare vibratori e giocattoli di altro tipo al dettaglio, la possibilità data dall’e-commerce è attraente, anche perché è accompagnata da servizi di consegna rapida e riservata, nel rispetto dell’anonimato. La vendita online è destinata a crescere nei prossimi anni anche per questo, ma sicuramente il Covid ha dato una spinta notevole nell’immediato.
Lo ha potuto rilevare WOW Tech per esempio, una delle aziende leader nel settore del benessere sessuale e fornitore di prodotti per il piacere. Rispetto a Womanizer (il più noto e storico dei brand del gruppo), comparando i dati relativi al periodo 1 marzo 2019-1 marzo 2020 con quelli dell’ultimo anno le vendite sono salite del 208% a livello globale e del 265% in Italia. Proprio l’Europa ha rappresentato la fetta più consistente nel mercato globale dei toy (nel 2019). Lo stesso discorso vale per Lelo, altra azienda leader nella realizzazione di prodotti per la vita intima. In questo caso si è assistito, a livello globale, a un aumento delle vendite pari a circa +148% durante il periodo culmine della chiusura 2020. Secondo i sondaggi dell’azienda, il 40-60% delle donne si masturba, percentuale che sale al 90-95% sul fronte maschile.
Sì, anche le donne si masturbano
I dati delle vendite di sex toys parlano chiaro: c’è stata una maggiore richiesta di informazioni in merito e anche un aumento del volume di acquisti. Esistono giocattoli per vivacizzare la vita di coppia, ma esistono anche quelli per sperimentare in modo solitario. Il benessere sessuale, infatti, non è legato solo a una sana e soddisfacente vita di coppia. Però a differenza della masturbazione maschile, quella femminile è un argomento di cui si parla poco, considerato qualcosa di poco diffuso a metà tra il peccaminoso e l’inutile. Invece ultimamente il piacere femminile sta entrando maggiormente nella discussione pubblica e lo stesso vale per le mestruazioni, la contraccezione, l’anatomia. Forse proprio la chiusura ha acceso maggiormente il faro sulla necessità, anche da parte delle donne, di provvedere al proprio benessere sessuale da sole, di ascoltare di più i loro bisogni e il loro corpo. E anche di parlarne più apertamente, senza che tutto questo costituisca un tabù. Il fatto che se ne parli poco non significa che non se ne pratichi molto. Come dice il detto? Chi fa da sé…