Bambini sordociechi : si può ancora dire?

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Noi tutti (o quasi)  abbiamo visto in tv gli spot a favore della “lega del filo d’oro” – sponsor benemerito Renzo Arbore – che aiuta i bambini sordociechi.

Giorgio Fabbri

Ebbene, per quanto la cosa appaia incredibile, c’è chi ha trovato da ridire sull’uso del termine “sordociechi” . Per essere “politicamente corretti” nel linguaggio si dovrebbe dire “bambini non vedenti e non udenti”.

Di questo passo anche Gianni Morandi dovrà modificare le sue canzoni per essere “politically correct”. Anzichè “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte” dovrà cantare “Fatti mandare dal ‘genitore1’ a prendere il latte” precisando anche, per non offendere la sensibilità dei vegani, che si tratta di latte vegetale.

E quanto alla frase “Tu digli a quel coso – che sono geloso – che se lo rivedo – gli spaccherò il muso”, siamo di fronte a un indecente e inaccettabile esempio di “machismo” fascistoide che esalta la violenza ed è contrario ad ogni ideale di pace. Anzichè manifestare intenzioni pugilistiche e bellicose Gianni Morandi – riscrivendo democraticamente il testo, finora “non inclusivo” – dovrebbe invitare il rivale ad un sereno e democratico confronto, da cui potrebbe derivare anche la scelta di formare (perchè no?) una “coppia aperta”.

Con il linguaggio “politicamente corretto” avremo poi altri problemi.

Non sarà facile, ad esempio, abituare i neonati a dire “genitore 1” anzichè “mamma”, però qualche rimedio si può sempre trovare, incaricando della bisogna la Cirinnà, Scalfarotto o Niky Vendola, a cui non manca la fantasia.

Pure i proverbi, poi dovranno essere modificati. Anzichè “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” dovremmo abituarci a dire, per essere politically correct, “non c’è peggior non udente di chi non vuole udire”.

Cari fratelli (pardon: volevo dire “care sorelle e cari fratelli”), siamo messi proprio bene…

 

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