Antonio Martino volontario a Maddaloni: “Non mi sento un eroe ma solo un medico che ha risposto all’appello della Regione in un momento difficile”
“Non mi sento un eroe, sono solo un semplice medico che ha sempre lavorato e che ha ritenuto di fare il proprio dovere in un momento difficile per il nostro paese”. A 80 anni, il dottor Antonio Martino, già primario Chirurgo al Cardarelli, in servizio in quell’ospedale per circa cinquant’anni, torna come volontario al Covid Center di Maddaloni, dove ha risposto all’appello della Regione.
Perché ha deciso di ritornare in corsia ?
“In realtà non l’ho mai abbandonata la corsia, perché dopo la pensione di 13 anni fa, ho continuato a lavorare in una clinica privata. E continuare l’attività che ho sempre fatto è stato più che naturale. Poi la clinica dove ero impegnato si è trasformata anche in reparto Covid e così ho deciso di rispondere anche all’appello della Regione. Ma non pensavo di essere scelto. L’ho fatto perché penso che c’è bisogno di tutti in un momento cosi particolare”.
Non ha paura di prendere il Covid?
“L’ho già contratto nel mese di ottobre. Ero lievemente sintomatico. Anche questo mi ha convinto ad ad offrire la mia disponibilità”.
E quali difficoltà ha trovato, se ne ha trovate, nel reparto Covid?
“C’è molta tecnologia tra medico e paziente. E poi anche tra i pazienti e i familiari. Manca quel rapporto umano che si trova normalmente nei luoghi di sofferenza. Spesso anche io mi sono trovato in situazioni in cui più che fare il medico, ho dovuto supplire a alla mancanza di rapporti di affetto, più umani, ecco. Purtroppo ci sono stati anche diversi morti. E non sono momenti belli. Che spesso toccano per lo più agli infermieri. Vanno ringraziati assolutamente”.
Eppure ci sono ancora persone che sono scettiche sulla pandemia…
“Ma come si fa a non credere a queste evidenze. Come si fa? Le pandemie fanno parte della storia dell’umanità. Bisogna essere solo ciechi per non vedere quello che sta succedendo nei nostri ospedali.
Ma per quanto mi riguarda io continuerò a dare una mano, su questo non c’è dubbio”.