11 gallerie dedicate alle lingue e alle culture del mondo
WASHINGTON – E’ stato appena inaugurato a Washington il museo della parola, Planet Word, una nuova e singolare struttura pensata per scoprire le lingue e le culture del mondo attraverso undici gallerie interattive e immersive.
L’idea è di Ann Friedman, ex insegnante e traduttrice e oggi filantropa e Ceo del museo, che ha fortemente voluto questa struttura unica nel suo genere perché coinvolge gli idiomi di tutto il pianeta.
Il museo sorge sui 5 piani della Franklin School, storica struttura scolastica, la prima pubblica negli Usa nata nel 1869 e dal 1996 monumento nazionale, restaurata dallo studio internazionale di architettura Beyer Blinder Belle. Il museo è anche la prima struttura al mondo dove conta la voce: l’interazione vocale dei visitatori, infatti, è fondamentale per approfondire e scoprire il patrimonio linguistico scritto e parlato del pianeta.
Le 11 gallerie del museo, progettate per educare e divertire, sono immersive: in una al piano intermedio, per esempio, i visitatori possono descrivere una scena usando le parole come pennelli per dipingere un paesaggio; in un’altra al primo piano, su un muro di 7 metri con oltre mille parole tridimensionali, i singoli vocaboli rispondono ai comandi vocali, raccontando la propria etimologia.
E, ancora, un enorme mappamondo scintillante allestito con 5mila luci a led sfida i visitatori in una serie di quiz basati sugli idiomi di ogni angolo del pianeta, inclusi due tipi di lingua dei segni. Si analizza anche il karaoke, imparando le tecniche che aiutano i cantautori a mettere insieme i testi e a creare un successo, e c’è anche la possibilità di testare le proprie capacità retoriche usando un teleprompter e interpretando celebri discorsi che hanno fatto la storia, come quello del 20 gennaio 1961 di John Fitzgerald Kennedy che invitava gli americani a chiedersi cosa potessero fare loro per gli Stati Uniti e non il Paese per loro; o quello del 28 agosto 1963 di Martin Luther King tenuto davanti al Lincoln Memorial al termine della marcia per i diritti civili.
Il museo ospita al piano intermedio una biblioteca, dove i libri prendono vita davanti a sé, e all’entrata una scultura creata dall’artista messicano-canadese Rafael Lozano-Hemmer, “Speaking Willow Tree”, un enorme salice “parlante” i cui rami mormorano centinaia di lingue diverse. Le esposizioni sono arricchite anche da un calendario di eventi, laboratori, convegni e seminari – per ora gratuiti e online – legati al mondo della parola che ogni mese approfondiscono la lingua e i suoi codici.
Il museo sarà aperto da giovedì al sabato, dalle 10 alle 17; per maggiori informazioni: planetwordmuseum.org (ANSA).