Sulla sedia a rotelle dopo un incidente, la moglie vuole lasciarlo: la uccide e si spara

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Omicidio e suicidio a Venaria, alle porte di Torino. Un uomo disabile da due anni dopo un incidente, ha ucciso la moglie e poi si è tolto la vita.

Maria Masi aveva solo 41 anni, era infermiera al Cto di Torino. Da qualche tempo aveva deciso di tornare a vivere con la madre portando con se i due figli di 11 e 14 anni. Una scelta che ha scatenato nel marito, Antonino La Targia, uno scompenso tale da portarlo ad un gesto estremo: uccidere la moglie e togliersi la vita. Ed è quello che ha fatto, in un parcheggio davanti allo stadio della Juventus, a Venaria, prima cintura di Torino.

La Targia aveva 46 anni ed era titolare di un solarium. Due anni fa un drammatico incidente con la moto lo aveva reso disabile: non camminava, era paralizzato e costretto su una sedia a rotelle. Una tragedia che gli cambiò la vita ma che non faceva presagire ad un così drammatico epilogo. Le ragioni del gesto sono probabilmente da ricercare nella decisione della moglie di separarsi da lui e di portarsi via i loro due figli.

L’uomo, già debilitato psicologicamente dalla disabilità, evidentemente non aveva accettato la separazione, forse voleva fare un dispetto alla moglie, forse si è sentito tradito da una decisione che avrà inteso come un’umiliazione e una sua ‘colpa’: quella di non essere più come prima, su una sedia a rotelle.

Sulla sedia a rotelle dopo un incidente, la moglie vuole lasciarlo: le spara all’improvviso, poi va a casa e si uccide

L’allerta ‘rossa’

La coppia abitava a due passi dal luogo della sparatoria, in via Druento. Antonino La Targia tempo fa aveva minacciato la moglie che gli aveva confidato l’intenzione di lasciarlo: “Te la faccio pagare” le aveva detto. Lei non ha preso così seriamente la minaccia tanto che non ha nemmeno pensato di denunciarlo, si era solo confidata con i suoi familiari. E proprio questi avevano comunque avvisato i carabinieri di Venaria che per l’uomo avevano deciso di istituire il codice rosso per la violenza sulle donne.

Secondo questo particolare codice, l’iter prevede una chiamata alla donna da parte della Procura per stabilire la vera portata della denuncia. Ad oggi non si sa se Maria Masi era stata già chimata, ma c’è la consapevolezza che quella di sabato 25 settembre, era una tragedia che con un pò più di accortezza, poteva essere evitata. La moglie non voleva mettere in difficoltà il marito, ecco perché non lo ha denunciato: per il bene dei suoi figli, oggi rimasti soli, senza genitori.

La tragedia in un parcheggio. La donna era seduta al posto di guida quando il marito si è avvicinato e le ha sparato più colpi di pistola. Poi l’uomo è tornato verso casa, si è fatto aiutare dai vicini a salire i gradini che lo portano al suo appartamento, e poi si è ucciso con la stessa pistola, detenuta illegalmente. La piaga degli omicidi suicidi continua, richiamando le istituzioni ad una maggiore attenzione sulle condizioni economiche e psicologiche delle famiglie. Troppo spesso le coppie si lasciano e prima di una tragedia, lanciano messaggi inequivocabili: basterebbe saperli cogliere.

 

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