Senza ospiti e parterre aveva del surreale l’edizione in epoca coronavirus dei David di Donatello: è stata una premiazione inedita con i candidati in diretta dalle loro abitazioni ed il presentatore Carlo Conti quasi sempre solo sul palco. A riscaldare i cuori il messaggio giunto dal Quirinale.
Il Presidente Sergio Mattarella ha ricordato a tutti l’importanza di quest’arte che ci fa sognare, augurandosi una rinascita contrassegnata da un’esplosione di creatività, come al tempo del neorealismo.
Un’edizione segnata dal Covid e dal desiderio di resistere dunque, e accompagnata da tanti messaggi positivi di speranza e di solidarietà nei confronti di un’industria, come quella cinematografica, che si è dovuta completamente fermare negli ultimi mesi. Verso la conclusione della cerimonia, sul palco insieme a Conti, Piera Detassis, presidente dell’Accademia del Cinema Italiano, ha sottolineato con parole cariche di emozione l’importanza del cinema e di come le immagini audiovisive ci abbiano accompagnato anche nei momenti più difficili del lockdown.
In una serata iniziata con tanti cinema che hanno deciso di riaccendere le proprie luci portando un grande messaggio di speranza, fondamentali sono state anche le parole del Ministro Dario Franceschini, in particolare su come quest’estate le piazze possano trasformarsi in grandi arene cinematografiche.
I premi
Arrivando ai vincitori, non si può che partire da «Il traditore» di Marco Bellocchio, che ha ottenuto le due statuette principali come miglior film e miglior regista.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2019, il film che racconta la vita di Tommaso Buscetta ha anche trionfato nelle categorie della miglior sceneggiatura originale, del miglior montatore, del miglior attore protagonista (uno straordinario Pierfrancesco Favino) e del miglior attore non protagonista (un emozionatissimo Luigi Lo Cascio).
Il David per la miglior attrice protagonista è andato invece a Jasmine Trinca per «La Dea Fortuna» di Ferzan Ozpetek, mentre quello per la miglior interprete non protagonista a Valeria Golino per «5 è il numero perfetto» di Igort.
La miglior sceneggiatura non originale è invece quella di «Martin Eden» di Pietro Marcello, adattamento del celebre romanzo omonimo di Jack London.
Cinque sono i David vinti da «Pinocchio» di Matteo Garrone: miglior scenografo, miglior costumista, miglior truccatore, miglior acconciatore e migliori effetti visivi.
Diverse statuette anche a «Il Primo Re» di Matteo Rovere, che ha vinto per la miglior produzione, il miglior suono e il miglior autore della fotografia (Daniele Ciprì).
Il miglior regista esordiente è stato Phaim Bhuyan per «Bangla», talmente stupito che Carlo Conti lo ha invitato a reagire con un grido di gioia, mentre il notevole «Selfie» di Agostino Ferrente è il miglior documentario italiano dell’anno. Miglior cortometraggio è invece «Inverno» di Giulio Mastromauro.
Miglior musicista l’Orchestra di Piazza Vittorio per «Il flauto magico di Piazza Vittorio» e miglior canzone originale «Che vita meravigliosa» di Diodato del film «La Dea Fortuna».
Da segnalare anche il David Giovani a «Mio fratello rincorre i dinosauri» e il David dello spettatore a «Il Primo Natale» di Ficarra e Picone, visto l’enorme successo ottenuto nelle sale
Infine, il titolo di miglior film straniero è un nuovo tassello nel ricchissimo palmarès di «Parasite» di Bong Joon-ho, capolavoro che dal Festival di Cannes dello scorso anno in avanti ha inanellato una serie straordinaria di successi.
Omaggi speciali
Il David Speciale è andato a Franca Valeri, grande attrice nata nel 1920, nota per la sua lunga carriera da caratterista tra cinema e teatro.
Oltre al classico momento per ricordare le personalità scomparse durante l’anno, una segnalazione importante va a due omaggi pensati per due dei massimi rappresentanti della storia del cinema: Federico Fellini e Alberto Sordi, in occasione del centenario della nascita che ricorre proprio quest’anno. All’attore romano sono state dedicate da Carlo Verdone, Alessandro Gassmann, Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Vincenzo Salemme, Paola Cortellesi, Luciana Littizzetto e Leonardo Pieraccioni delle clip-ricordo emozionanti che ne hanno evidenziato la modernità e grandezza.