In una nota di alcuni esponenti lombardi di Rifondazione Comunista si chiede il blocco totale delle attività non essenziali per arginare l’emergenza sanitaria
Coronavirus, emergenza Bergamo: si chiudano tutte le attività non essenziali
“Ieri – si legge in una nota di Antonello Patta Segretario regionale della Lombardia, e Francesco Macario Segretario provinciale di Bergamo di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea – ufficialmente in provincia di Bergamo si sarebbero registrate un paio di decine di morti a causa del Coronavirus, ma tutti hanno potuto vedere che nelle pagine dei necrologi dell’Eco di Bergamo vi erano 109 necrologi a fronte della ventina che ci sono ordinariamente. Che a Bergamo la situazione fosse gravissima, tanto da richiedere lo stato di zona rossa, era percepito da tutta la popolazione da tempo, ma le aziende hanno continuato a ricevere e inviare tecnici in Cina, Gori lanciava #Bergamononsiferma e invitava i cittadini ad andare nei ristoranti e in centro a fare spese, Salvini ancora il 27 febbraio chiedeva di riaprire tutto. Ma le inadempienze di ieri – continua la nota – sembrano non servire di lezione per l’oggi e la stessa cecità e sordità si stanno riproponendo irresponsabilmente in queste ore di fronte gravissima estensione dei rischi nel mondo del lavoro. Soprattutto non si vuole vedere l’arrivo sempre più frequente negli ospedali di 40/50 enni che non sono altro che lavoratori contagiati, non si fa niente di serio sulle condizioni di lavoro in assenza di sicurezza e sui ricatti subiti dai lavoratori, non si ascolta il grido dei lavoratori che in queste ore stanno entrando spontaneamente in sciopero. In nome dell’economia e dei profitti – denuncia la nota – si mette a rischio la vita di migliaia di lavoratori che stanno gomito a gomito nei locali di produzione e in altri luoghi di lavoro.
Il solito Gori al più arriva a proporre che a pagare siano sempre i lavoratori suggerendo le ferie forzate. Ma è ora di dire basta! Il Prc – conclude la nota – sostiene tutte le mobilitazioni e gli scioperi spontanei già in atto e si unisce con forza alla richiesta dello sciopero generale per esigere dal governo la sospensione retribuita di tutte le produzioni non essenziali.”
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