La memoria delle radici negli spettacoli di teatro etnico

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Il significato della memoria nella costruzione dell’identità, questo è il valore autentico degli spettacoli “Il ventre della città”, “S’istoria de bidda”, “Cagliari oh cara”, “Storia di un intellettuale”, tutti progetti drammaturgici a cura di HUMUS TEATRO, di Giuseppe Podda in scena in Sardegna nei comuni di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Sinnai, Sant’Andrea Frius, Buddusò, in oltre dieci comuni sardi nell’ambito del CIRCUITO REGIONALE TEATRO ETNICO organizzato dall’associazione ARTE, con il sostegno dell’assessorato spettacolo della Regione Sardegna e dei centri sociali.

Sono spettacoli intesi come un viaggio nel patrimonio culturale sardo e all’interno di un percorso disegnato dall’associazione ARTE, con storie che trascinano l’immaginazione degli spettatori agli inizi del secolo scorso, siamo in un’altra dimensione come nelle barche con la vela dei pescatori, nei quartieri abitati in prevalenza da famiglie di marinai, nel vecchio mercato del pesce di Cagliari. Si tratta di eventi che innescano un rapporto tra il passato e il presente, per incontrare se stessi, i vissuti e la propria storia, per mantenere viva la memoria etnica e rafforzare una memoria sociale e un’identità collettiva.

Un progetto quello del circuito del teatro etnico, in grado di allacciare il filo di una tradizione orale, per ricongiungerci con il passato e coltivare sul territorio, una “sensibilità culturale” con l’obiettivo di sviluppare una presa di coscienza dell’identità culturale ed etnica.

FOTO: I pescatori di Cagliari all’inizio del novecento

 

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