«Così ho inventato la cuffia Nimrod che traduce i messaggi in 100 lingue»

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Una cuffia capace di tradurre un messaggio in più di 100 lingue diverse. Istantaneamente. Paride Papathanasiu, studente del Politecnico di 28 anni, ha inventato un apparecchio che sfrutta la tecnologia a conduzione ossea, dove il suono stereofonico viene trasmesso all’orecchio interno attraverso le ossa della scatola cranica. Il funzionamento è semplice: scaricata l’app e indossate le cuffie si seleziona la lingua e il sesso della voce che preferisci ascoltare e il gioco è fatto.

Automaticamente il messaggio comunicato viene tradotto simultaneamente nella lingua inserita. E così finalmente il ti amo si potrà dire in tutte le lingue del mondo.

«L’idea è nata un anno fa, ho iniziato a fare i primi esperimenti con i cerchietti delle ragazze uniti alle casse bluetooth e ad altri componenti trovati qua è là. Ho fondato la start up “2PGRECO” con cinque amici e in pochi giorni ci sono arrivate più di 200 richieste da privati, pronti ad acquistare il prodotto non appena in commercio. Non c’è ancora una data precisa, ma uscirà entro i primi di luglio. Il weekend prossimo lo presenterò all’Open Innovation di Brescia».

Il nome delle cuffie non è casuale, Nimrod infatti è un personaggio che si trova nell’inferno dantesco colpevole di aver causato la confusione delle lingue. Per esemplare contrappasso è punito con l’impossibilità di comunicare, parlando un linguaggio comprensibile solo a lui, e non potendo comprenderne altri. «Volevo fare un regalo alla mia amata Puglia, pensavo che un prodotto del genere potesse essere di grande aiuto per il turismo, l’oro nero della mia terra» racconta il ragazzo, ancora al terzo anno di università. Nimrod uscirà inizialmente in Italia attraverso due modalità: una cuffia lifetime per chi vuole viaggiare in un mondo senza barriere linguistiche (199 euro), oppure tramite un abbonamento annuale con una versione più performante per le aziende (159 euro).

«Ad oggi stiamo trattando con Poste Italiane, Ferrovie dello Stato e con le Forze dell’Ordine, interessatissimi al nostro prodotto. Tra i clienti ci sono anche studi legali, ristoranti, hotel, tour operator e società sportive. La svolta è stata vincere il primo bando a cui abbiamo partecipato, l’Open Italy Elis, un acceleratore di vendite». I primi test si sono svolti con successo a Ceglie Messapica, luogo di nascita del ragazzo di origini greche. «Parlavo in greco e loro ascoltavano in italiano, vi lascio immaginare la reazione degli abitanti di un paesino di provincia».

Uno strumento che sarà rivoluzionario per le persone affette da parziale sordità, queste infatti potranno udire perfettamente la conversazione poiché il suono bypassa il timpano giungendo direttamente alla coclea. Nonostante l’idea sia già di per sé innovativa Paride non nasconde l’entusiasmo in vista dei futuri miglioramenti «Vogliamo aggiungere una telecamera che possa tradurre i messaggi visibili, come un cartello stradale, e la possibilità di chiamare con la traduzione automatica. Vogliamo anche inserire l’idea all’interno delle app di messaggistica. Ad esempio in un gruppo whatsapp, persone che parlano lingue diverse potrebbero comunicare con messaggi vocali tradotti simultaneamente all’interno di un gruppo. Non solo, vorremmo anche aggiungere i dialetti, così da preservare un aspetto così importante della nostra cultura. E in più questo strumento è democratico, la traduzione istantanea di tante lingue può permetterci di sfuggire all’imperialismo linguistico inglese».

https://torino.corriere.it/

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