La vittima dell’associazione Airone: «Il bimbo era sordo, mi hanno offerto un utero in affitto»

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Savona – La voglia di adottare un bambino gli ha fatto ingoiare bocconi amarissimi, persino la proposta oscena di un utero in affitto, superare qualsiasi ostacolo e convinzione che qualcosa non stesse andando per il verso giusto.

Quando ieri in tribunale il pubblico ministero Daniela Pischetola gli ha mostrato foto e profili di quei bimbi che avevano pensato di portarsi a casa dal Kirghizistan, non sono riusciti a trattenere le lacrime. Alessia Raglianti e Alessia Zambreri – pisana la prima, mantovana la seconda – hanno raccontato con dettaglio di particolari l’avventura loro e dei rispettivi consorti nel percorso intrapreso con l’associazione L’Airone di Albenga per coronare un sogno.

Un desiderio naufragato miseramente e culminato con un’inchiesta della magistratura savonese per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per cui si ritrovato alla sbarra la presidente Silvia La Scala, 70 anni, di Albenga e la collaboratrice-interprete Inna Troukhan. La vice presidente Orietta Maini è morta e quindi è uscita dal processo, come due kirghizi (Verena Zakirova e Alexander Angelidi) risultati irreperibili.

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