Con chi andranno i figli? Lo diranno già gli accordi prematrimoniali

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È una delle idee del ministro Lorenzo Fontana, che ha presentato oggi alla Commissione Affari Sociali della Camera le linee programmatiche del suo dicastero in materia di famiglia, adozioni, minori, disabilità e politiche antidroga. Non ha parlato solo di figli di coppie omosessuali. Fisco a misura di famiglia, riconoscimento dello studente caregiver, lotta ai falsi invalidi e aggiornamento delle patologie esonerate da visite di revisione, su costi adozione sostegno solo per le famiglie a più basso reddito

Il ministro Lorenzo Fontana ha presentato oggi alla Commissione Affari Sociali della Camera le linee programmatiche del suo dicastero in materia di famiglia, comprese adozioni, minori, disabilità e politiche antidroga (qui il video integrale). Ecco una sintesi.

La logica
«Dare concretezza e coerenza alle diverse politiche in favore della famiglia». Queste sono – ha detto il ministro – «materie diverse che riflettono una concezione della famiglia come multidimensionale, il cui bene complessivo può esser perseguito solo in una prospettiva di coordinamento». È tempo di passare «dalla stagione del riconoscimento dei diritti alla stagione dell’effettività dei diritti, perché un diritto non effettivo è un diritto solo promesso» e nei campi della famiglia e della disabilitò «abbiamo bisogno di dare concretezza ed effettività ai diritti». Le parole d’ordine quindi sono «semplificazione» e «miglior coordinamento» delle tante normative.

Il metodo
«Coinvolgere le parti in causa, l’associazionismo, le reti, le famiglie stese. Tanti obiettivi e tutti raggiungibili. Partire da modelli replicabili. Potenziare i servizi territoriali e le partnership tra sfera pubblica e non profit e imprese sociali».

Fisco a misura di famiglia
È stato il primo tema affrontato dal ministro. «Uno dei primi aspetti di cui ho preso atto è la mancanza di un disegno complessivo nella progettazione normativa e nella programmazione finanziaria negli ambiti di mia competenza». Ha parlato di «interventi estemporanei» e di «aggiustamenti al margine che non hanno saputo invertire il trend demografico», di una «mancata strutturalità degli incentivi» e di un mancanza di «coraggio» per affrontare il tema del rilancio demografico, «soprattutto in materia di fisco e welfare».

Ha parlato di famiglia come «investimento ad alto valore aggiunto, non spesa» e come «avamposto di trincea dello Stato sociale», e detto che è «nostro dovere aiutarla con tutti i mezzi». L’attuale sistema di «scaglioni, detrazioni e deduzioni penalizza le famiglie monoreddito» e «a dispetto del dettato costituzionale il sistema tributario non tutela le famiglie, in particolare quelle numerose». «Non a caso» al contrario «gli stati europei con indici demografici ed economici postivi hanno modellato sistema fiscale e di protezione sociale sulla famiglia».

Concretamente, il ministro ha parlato della necessità di «dotarci di buona dose di realismo progettuale» e detto che «nel solco modello della flat tax» occorrerà «lavorare per un sistema fiscale a misura di famiglia, che tenga conto della funzione sociale della famiglia».

Le azioni prioritarie
Dopo il fisco, la valorizzazione della rete dei consultori familiari, il rilancio della natalità, il rafforzamento delle tutele a sostegno della maternità, intesa anche «come volano di sviluppo aziendale». Cenni all’accesso alla casa per i giovani, al social housing, al rilancio di incentivi per l’adozione. «Mi batterò affinché abbiano una congrua dotazione il fondo per le politiche per la famiglia e il fondo per l’infanzia e l’adolescenza». Un elemento di novità sono gli «accordi prematrimoniali» attraverso cui i coniugi possano disciplinare prima della crisi quello che succederà, non solo rispetto al patrimonio «ma anche sulla prole», evitando così che i figli siano «ostaggi di uno o dell’altro», con un giudice che «limitatamente alla prole», valuterà se le decisioni prese «siano effettivamente corrispondenti ai bisogni dei minori». Inatteso il cenno alle «misure per contrastare l’alienazione parentale che si manifesta quando uno figlio rifiuta uno dei due genitori, su manipolazione dell’altro genitore», occorrono «strumenti di contrasto a simili pratiche». Bocciate anche dal ministro le trascrizioni alle anagrafe dei minori concepiti all’estero da parte di coppie dello stesso sesso facendo ricorso a «pratiche vietate dal nostro ordinamento e che tali dovrebbero rimanere»: è una «prospettiva adultocentrica non in linea con i diritti del bambino».

Disabilità
Anche qui, il ministro ha evidenziato la «mancanza di una regia politica»: «manca nell’ordinamento persino una definizione di non autosufficienza. Per mettere ordine «bisogna partire da qui».

Subito dopo la legge di bilancio, quindi il ministro ha intenzione di presentare al Parlamento un disegno di legge delega che riordini tutte le norme» il già annunciato Codice della disabilità: «non una ricognizione ma una vera riforma, ispirata alla semplificazione, affinché la persona disabile sia sempre considerata nella sua complessità». Quali le intenzioni? «Potenziare e rendere più fruibile l’assistenza domiciliare, favorire l’inclusione scolastica e universitaria (ha parlato di mandare i professori a casa degli studenti con difficoltà motorie gravi, per fare l’esame), supporto psicologico alla persona con disabilità e ai suoi famigliari, assicurare maggio raccordo tra enti pubblici nella presa in carico, contrastare i falsi invalidi con azioni mirate là dove i dati mostrano anomalie». E ancora, «razionalizzare il sistema di accertamento della disabilità», con l’invio a casa di «un vademecum» insieme all’esito della visita, vademecum che spieghi tutti i benefici possibili. E anche di concerto con il Ministero della Salute «l’aggiornamento dell’elenco delle patologie esonerate da visite di revisione e di controllo al fine dell’inabilità, come alcune malattie genetiche rare, per evitare inutili aggravi alle persone con disabilità e a chi li assiste».

Occorrer «dare effettività e concretezza al dopo di noi», che rischia «di restare lettera morta». Il ministro Fontana a tal proposito ha parlato di «tenere conto anche delle disabilitò non gravi», di «disciplinare il contratto fiduciario». Il ministro ha affermato che la dotazione del Fondo Non Autosufficienza è «da incrementare» e annunciato di aver già condiviso un emendamento diretto a consentire per il 2018 il riparto del fondo anche in assenza dell’adozione del piano triennale per la NA. Sta dando invece «ottima prova di sé» il fondo per il diritto lavoro dei disabili, da rafforzare perché le risorse attuali sono insufficienti per rispondere a tutte le domande presentate.

La critica di ghettizzazione rivolta al suo ministero? «Io penso non sia giustificabile, almeno non in questo momento, vedremo tra qualche anno».

Insufficiente anche il nuovissimo fondo per i caregiver familiari, una delle ultime eredità della passata legislatura, risorse per cui «abbiamo avviato un confronto con le associazioni, per valutare come usare al meglio le risorse del fondo», «mi piacerebbe vedere se c’è la possibilità di anticipare l’età pensionabile per i caregiver, è una battaglia da fare». Tra le proposte che il ministro ha citato, c’è quella di «introdurre la figura dello studente cargevier a cui riconoscere specifici crediti formativi connessi all’attività di assistenza». Ha parlato anche di «dare un contributo perché tutte le persone con disabilità che vogliono praticare uno sport posano farlo» e di una maggior presenza di interpreti LIS in tv o di ore di programmi con sottotitolatura, anche politici: «un Porta a Porta sottotitolato per non udenti».

Adozioni internazionali
Il ministro ha evidenziato come l’Italia sia «un Paese di grande accoglienza, non solo nei numeri ma anche nella disponibilità generosa ad adottare bambini con disabilità, che altri Paesi non hanno» benché per il 2018 «le stime dicono che per la prima volta le adozioni internazionali scenderanno sotto quota mille».

Occorre «accompagnare le famiglie nel percorso, perché ormai assistiamo in percentuali elevate ad adozioni di bambini grandi, bisognosi, che arrivano all’adolescenza senza che ci sia stato sufficiente tempo per “fare famiglia”» (il ministro con tutta evidenza ha letto l’ultimo numero di VITA), occorre una particolare attenzione alla scolarizzane dei minori, potenziare la linea di ascolto della CAI, dando alle famiglie la possibilità di confrontarsi con terzi «magari con il coinvolgimento dei garanti per l’infanzia». Fontana ha parlato di una «spropositata proliferazione di enti» che genera una «confusione» a cui intende «porre rimedio proponendo la fusione di enti inattivi o poco attivi». La gratuità? No. Il ministro ha parlato invece di «ripensare una diversa tipologia di sostegno economico, per aiutare concretamente le famiglie con i redditi più bassi». Infine ha parlato della necessità di «investire in processi di cooperazione per aiutare i Paesi di origine a sviluppare competenze atte a garantire procedure più veloci e trasparenti, poiché in alcuni Paesi i bambini restano in istituto per anni per la sola mancanza delle risorse necessarie per pagare gli assistenti sociali che devono fare le dichiarazioni di adottabilità».

Infine «stiamo cercando di incentivare i rapporti con altri Paesi, per garantire che ci sia la maggior possibilità assoluta per chi vuole aver figli, anche dall’estero, di raggiungere questo obiettivo. Tenendo conto che le problematiche sono molte e bisogna seguire come ho detto queste famiglie che adottano perché capita anche che un bambino venga (sic) riconsegnato».

http://www.vita.it

 

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