La presa di posizione dei parroci di Palermo sulla Ztl è in contrasto con l’enciclica “Laudato si'” che raccomanda il bene comune anche dal punto di vista ambientale
di MASSIMO LORELLO
Scrive papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ a proposito dell’ambiente da salvare: “La coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini “. E fra queste, “utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone “. Chissà se i dieci parroci che invitano il Comune a bloccare la Ztl hanno pensato anche di sfuggita a quell’enciclica prima di prendere ufficialmente posizione. Chissà se hanno riflettuto sulla necessità di ridurre i gas velenosi che circolano nell’aria.
Già, perché la Ztl a questo dovrebbe servire: a combattere l’inquinamento del quale scrive papa Francesco nella sua enciclica chiedendo alla politica scelte coraggiose. “La grandezza politica – sono parole del Santo Padre – si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi princìpi e pensando al bene comune a lungo termine”. Anche se “ci sono discussioni, su questioni relative all’ambiente, nelle quali è difficile raggiungere un consenso”. Insomma, lo conferma pure il Papa quanto possano essere impopolari alcuni provvedimenti. Dovrebbero saperlo i parroci che sono sempre a contatto con la popolazione.
“Non possiamo tacere e ci facciamo portavoce del disagio umano e sociale degli abitanti del nostro centro storico – scrivono i dieci sacerdoti – Siamo molto preoccupati della possibilità di atti inconsulti di chi, a ragione o no, ritiene di essere disperato a causa del modo con cui è stato avviato questo provvedimento “. Preoccupazione fondata, per carità. Ma una parrocchia non dovrebbe solo farsi portavoce del disagio, dovrebbe anche provare a incidere sul disagio medesimo.
Il dibattito pubblico sulla Ztl va avanti dalla primavera scorsa: perché i dieci sacerdoti non hanno fatto sentire prima le loro voci? Il Papa sostiene, a proposito dell’ambiente da salvare, che “ci troviamo davanti a una sfida educativa”. Una sfida che tutti i parroci dovrebbero raccogliere soprattutto alla luce del disagio sociale che denunciano.