Roma, centurioni e risciò assalto alla città antica: “Ordinanza scaduta”

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Il minisindaco Alfonsi: “Ho scritto alla sindaca per il rinnovo anche della misura anti alcol”

di LUCA MONACO

150401461-32c8d4b9-9870-4aef-b496-20958d27b40a“Come one, just one picture”, gridano due centurioni in piazza del Colosseo. La turista tentenna, ma alla fine allunga il passo e evita la truffa: per ogni foto chiedono un minimo di 5 euro. Un tetto massimo non esiste. A differenza dei 200 risciò che sono tornati a sfrecciare su e giù per i Fori Imperiali e che applicano tariffe stellari. Un giro tra il Colosseo e il Vaticano costa 30 euro. Non un centesimo in meno.

Scadute il 30 giugno le due ordinanze firmate il 25 novembre scorso dall’ex commissario del Campidoglio, Francesco Paolo Tronca, da 15 giorni è ripartita la caccia al turista. Dal Vittoriano alla fontana di Trevi, non c’è angolo dell’ansa barocca che sia libero dai procacciatori di affari. Si attende a giorni il rinnovo dei provvedimenti da parte della sindaca, Virginia Raggi. «Il 4 luglio — spiega la presidente del municipio I, Sabrina Alfonsi — le ho scritto sollecitando il rinnovo delle ordinanze contro i centurioni, i risciò e contro il consumo serale di alcol sul suolo pubblico».

A causa del vuoto normativo, passeggiare indisturbati nelle piazze gioiello di Roma è tornato a essere un sogno. I 70 centurioni che prima presidiavano compatti il Colosseo, adesso pattugliano le strade del Tridente. E incassano soldi alla stessa velocità con la quale annunciano la loro presenza. « Come one, just one picture », ripete Marco, un 38enne di Ladispoli che indossa l’armatura ormai da un decennio. «Quando è entrata in vigore l’ordinanza mi sono arrangiato a fare il manovale — racconta — ma appena ho saputo che era scaduta sono tornato, come i miei colleghi del resto ».

Marco ieri occupava il marciapiede al centro di piazza del Colosseo in coppia con Giuseppe Salitario, un 75enne, sordomuto, centurione dal 1996. «Chiediamo 5 euro a persona — aggiunge Marco — non obblighiamo nessuno ». Eppure i turisti costretti a incrociarli sul marciapiede sbuffano non poco.

«Cinque euro per una foto è un furto — si indispettisce Cristina Diacono, 37enne romena — già ho pagato l’ingresso

al Colosseo adesso devo dare l’obolo anche a loro? Chi li autorizza? ». Nessuno. Come capita per le decine di risciò parcheggiati a poca distanza dall’uscita della metro Colosseo. Sfrecciano lungo il marciapiede sinistro dei fori Imperiali dove Alexandro, un rom 31enne, con l’armatura indosso non si lascia sfuggire neppure un passante. Agita la spada di legno in aria, come a dire, «sono un centurione, Roma è territorio mio».

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