Sordi, nella villa di Albertone un museo creato dai giovani

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Sempre più vicino il Museo Alberto Sordi che sorgerà nella casa di Albertone, a Caracalla. Alla vigilia del 13mo anniversario della morte dell’attore, che cade dopodomani, La Fondazione Museo Alberto Sordi, presieduta dall’ex Procuratore Italo Ormanni, e la Facoltà di Architettura della Sapienza hanno deciso di indire un concorso: dovrà individuare il progetto destinato a trasformare la villa, ormai punto di riferimento nel landscape cittadino, nel “tempio” aperto al pubblico e interattivo della vita e della straordinaria carriera di Albertone.

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Foto inedite di Alberto Sordi digitalizzate dalla Cineteca Nazionale
Il progetto è riservato ai giovani architetti che saranno coordinati da un team di docenti presieduto dalla Preside di Architettura, Anna Maria Giovenale. «Vogliamo rispettare in pieno la volontà di Alberto che ha destinato la sua eredità al sostegno dei talenti più giovani e meritevoli in tutte le discipline», spiega Carlo Verdone, presidente della Fondazione Alberto Sordi Giovani (nel cui cda siedono anche Giuseppe Tornatore, Enrico Vanzina, Emiliano Morreale, Giambattista Faralli) che darà un contributo alla proclamazione del concorso.
Intanto, la Fondazione ha già arruolato dei giovani: «Sono due archivisti ai quali si aggiungerà presto un terzo con il compito di catalogare e mettere in ordine lo sterminato materiale lasciato da Sordi e affidato alla Cineteca Nazionale che lo ha già messo in sicurezza: filmati, documenti, fotografie, sceneggiature originali, contratti, locandine che rischiano di deteriorarsi per sempre. Molte pellicole si sono irrimediabilmente ossidate e sono purtroppo irrecuperabili», dice ancora Verdone. «In attesa del progetto architettonico, abbiamo dato il via ai lavori più urgenti di manutenzione della casa: abbiamo riparato le infiltrazioni dal tetto, riattivato l’impianto di allarme, tamponato i guasti più evidenti».

EREDITÀ
La Fondazione Alberto Sordi Giovani dispone di 10 milioni: l’utilizzo di questa somma, precisa il regista (che lavora a titolo gratuito, come tutti i consiglieri), «avviene nella massima trasparenza: rendiamo conto di ogni singolo centesimo speso». Venti milioni è invece la dotazione della Fondazione Museo Alberto Sordi: un patrimonio “congelato” in attesa dell’esito della causa intentata da alcuni parenti lontani dell’attore che reclamano una fetta di eredità. In ogni caso, qualunque sia la decisione finale dei giudici, la villa di Caracalla è protetta da un vincolo della Sovritendenza che scongiura qualunque speculazione. Significa che dovrà tassativamente diventare il Museo Alberto Sordi e non potrà avere altre destinazioni.

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