Padova, 16 gennaio 2024 – «Sono basito di aver letto su un giornale come il Corriere della Sera le parole di Galli della Loggia sull’inclusione scolastica di ragazzi e ragazze con disabilità. Primo perché non me lo aspettavo dal professionista – giornalista e storico -, secondo perché vivevo nella convinzione che ci fossero dei filtri e delle riflessioni da fare prima di pubblicare, specialmente su una testata prestigiosa di carattere nazionale. In modo nemmeno tanto implicito, Galli della Loggia fa capire che il più fragile deve essere messo da parte per lasciare andare avanti il più forte, senza considerare due aspetti. Il primo: ci sarà sempre qualcuno di più fragile quindi accantonare gli ultimi porta solo a rimanere soli e a impoverire la comunità dove viviamo. Il secondo aspetto ignorato è quello di capire chi e cosa è fragile. Si tratta sempre di una scelta soggettiva: chi si arroga il diritto di fare delle liste? Chi stabilisce quale categoria viene prima e quale viene dopo?
Eliminiamo i disabili. Poi gli immigrati, poi le donne, poi gli uomini con gli occhi scuri… questi discorsi li abbiamo già sentiti e affrontati in passato, sappiamo molto bene verso quale direzione portano.
In economia ci sono studi che hanno analizzato l’impatto di un membro fragile all’interno di un gruppo: dove c’è una diversità, aumenta l’efficienza e quindi la produttività.
L’essere umano sa cogliere la fragilità come uno stimolo per fare gruppo. Saper comprendere che l’inclusione crea valore è una vera e propria forma di ricchezza. Mi sembra incredibile ricordarlo a un professionista come Galli della Loggia. Questo concetto lo racconto ai bambini delle elementari quando organizzo incontri nelle scuole!
Chiudo la mia riflessione ricollegandomi ad alcune bellissime parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tratte dal discorso di auguri di fine anno: la nostra libertà si completa con la libertà degli altri. Dunque, aggiungo io, non può esistere una libertà del più forte che vince su quella del più debole.».
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